Corriere di Bologna

«Virtus-Olimpia, partita da primo posto La Segafredo ha un potenziale pazzesco»

Doppio ex di V nere e Milano, l’argentino commenta il campionato e la super sfida di domenica

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Hugo Sconochini, ex di Virtus e Milano oggi commentato­re per Eurosport di campionato ed Eurolega. Ha seguito dal vivo la Segafredo domenica contro Venezia e prima anche a Pesaro. Che impression­e l e ha f a t to ? « Quel l a di una s quadra co n un pote nz i a l e p a z ze s co , c h e a l momento convive con degli alti e bassi nel suo gioco».

Quelli che sono costati due vittorie a Trento e contro Venezia?

«Quando vai sul +18 a Trento e sul +17 contro Venezia, devi chiudere la partita. Questa è una qualità negativa, al momento, della squadra. Non si discute il potenziale, questa Virtus può dettare legge fino alla fine delle partite ma deve ripulire mentalment­e questi passaggi a vuoto».

Il salto di qualità, l’ultimo passo per arrivare al vertice, passa da qui?

«Ramagli è il primo a saperlo e sa che la squadra deve migliorare mentalment­e nella gestione della gara. Sono arrivate due sconfitte allo stesso modo, dopo che il grosso del lavoro era già stato fatto. Se oggi la Virtus fosse prima in classifica, i mba t t u t a , n o n avrebbe rubato niente».

Il punto di forza di questa Virtus quale è?

«È una squadra a trazione anteriore, con esterni fortissimi c h e d e vo n o i mpar a re a convivere fra loro. Gentile e Aradori possono essere letali per chiunque e devono esserlo insieme, non uno alla volta. Slaughter mi piace moltissimo e Lawson se ha questo modo di giocare, non solo nella produzione di punti ma come intensità a rimbalzo e in difesa, è difficile da togliere. Parliamo di un roster importante, con gente che ha fatto Eurolega al massimo livello e fatto per arrivare fino in fondo. I dettagli faranno la differenza».

Un roster al quale manca ancora un giocatore. Questa a s s e nza ha penali z z a to l a squadra in alcune gare?

«Le occasioni sono scappate perché la squadra non ha colto l’attimo. Chiarament­e se aggiungi un quattro di stazza e capace di aprire il campo si completa un roster che è già importante adesso. Sono d’accordo però nell’aspettare il giocatore giusto e non inserirne uno tanto per farlo».

L ’ uomo c o per t i na de l l a Virtus è Alessandro Gentile, come lo ha visto?

«Molto più sereno, sembra abbia trovato la sistemazio­ne giusta. È un ragazzo che fin da giovanissi­mo ha dovuto convivere con l’etichetta di essere il migliore in tutto, non è una cosa facile. Ale mi dà l’idea di uno che oggi si diverte ed è più sereno degli anni scorsi».

Domenica arriverà la sfida con Milano. Che partita si aspetta?

«Una gara di altissimo livello come quella contro Venezia. In pochi giorni vedremo scontri diretti fra le squadre che possono arrivare fino in fondo. Mi aspetto una battaglia, Milano ha fatto molto bene in Eurolega e non mi aspettavo la sconfitta di Sassari. Una squadra del genere, dopo aver battuto il Barcellona, non può essere appagata per il primo passo fatto in Eurolega. Come roster, in Italia non c’è squadra che si avvicina a Milano».

Che effetto le ha fatto tornare a Bologna domenica, anche se il campo di casa della sua Kinder era il PalaMalagu­ti?

«Mi fa sempre piacere rivedere tanta gente e questa tifoseria. Il PalaDozza però lo sento un po’ lontano da me perché lì non ci ho mai giocato. Tornare a Bologna è sempre bello e mi piacerebbe che anche la Fortitudo tornasse in A per rivedere il derby».

Il suo ricordo più bello degli anni a Bologna?

«Il pazzesco amalgama che si era creata in quella squadra, qualcosa di magico. E poi non posso dimenticar­e l’amicizia con il prof. Grandi».

Gentile più sereno Ha sempre convissuto con voci e pressioni perché è il più forte, mi sembra che ora abbia trovato l’ambiente giusto per giocare e divertirsi

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