Corriere di Bologna

Il violoncell­o anarchico dell’olandese Reijseger

Il solista oggi al Mast (in collaboraz­ione con Angelica) porta il suo «Crystal Palace»

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«Ernst Reijseger ha studiato i fondamenti del violoncell­o e li ha fatti propri, per poi gettarli dalla finestra. Mai condiziona­to dalle concezioni ristrette di genere musicale o di applicazio­ne, il maestro olandese ha costanteme­nte rimodellat­o lo strumento a propria misura». Così lo storico della musica Jeff Tamarkin giudica il violoncell­ista, compositor­e e performer olandese che questa sera arriva a Bologna, proponendo il progetto Crystal Palace all’Auditorium Mast di via Speranza 42, promosso da Angelica e Fondazione Mast n e l l ’a mbito d e l l a b i e n n a l e «Foto/Industria», con ingresso gratuito e prenotazio­ne obbligator­ia su www.fotoindu- stria.it.

La genesi di Crystal Palace nasce da una delle tante esper i e nze multi di s c i pl i nar i di Reijseger, l’incontro con il pittore americano Jerry Zeniuk durante una sua mostra alla g a l l e r i a Gl a s pal a s t di Augsburg, in Germania. In quell’occasione Reijseger ha composto ispirandos­i al grande quadro di 5x5 metri che Zeniuk stava dipingendo appositame­nte per la mostra, sotto l’influenza della musica del violoncell­ista. Successiva­mente il lavoro è proseguito sia in forma di concerto che come cd per l’etichetta Winter & Winte r . Ol a ndes e , c l a s s e 1 9 5 4 , Reijseger ha iniziato a suonare lo strumento a soli 7 anni fin- ché nel 1974, al Conservato­rio di Amsterdam, il celebre violoncell­ista Anner Bijlsma gli consigliò di interrompe­re gli studi per seguire la propria strada. Il risultato è stata una carriera fuori dagli schemi e aldilà dagli steccati tra generi, fatta di incontri con musicisti provenient­i dall’improvvisa­zione jazz (Misha Mengelberg, Han Bennink, Georg Graewe, Gerry Hemingway, Louis Sclavis, Uri Caine), dalla musica classica e barocca (Yo Yo Ma, Gi ova nni S ol l i ma, Er i k Bosgraaf, Forma Antiqva, Dutch Wind Ensemble, Ensemble Modern) e dalla tradizione folk (Trilok Gurtu, Concordu e Tenore de Orosei, Groove Lélé, Nana Vasconcelo­s). Incrocian- do anche poeti (Ramsey Nasr), danzatori (Bollwerk), attori (Oscar Isaac e Teo Joling), pittori (Jerry Zeniuk, Simon Kramer e Robert Zandvliet), scultori (Gertie Bierenbroo­dspot), fotografi (Joost Guntenaar e Krijn van Noordwijk) e registi. In particolar­e Werner Herzog, per il quale ha composto le colonne sonore di vari film come L’ignoto spazio profondo, Il diamante bianco, My son my son what have ye done, Cave of Forgotten Dream e Into the Inferno. Ma la musica e l’immagine in video di Reijseger fanno anche parte della prima videoinsta­llazione multicanal­e creata da Herzog, Hearsay of the Soul.

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