Torna Silvio Orlando con i «Lacci» di Starnone
Da stasera al Duse lo spettacolo con la regia di Pugliese
Il regista Armando Pugliese l’ha definita una sinfonia in 5 movimenti. Lacci, in scena al Duse da stasera a domenica, rinnova la collaborazione fortunata tra lo scrittore Domenico Starnone e Silvio Orlando. Al fianco dell’attore, nelle scene di Roberto Crea, ci sono Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Nobile, Maria Laura Rondanini, Vanessa Scalera e Matteo Lucchini. «Aldo, il mio personaggio, si trova a essere travolto da una tempesta dei sensi — racconta il protagonista —. Si innamora di una ragazza più giovane e abbandona la famiglia per un lungo periodo. Poi rientra a casa, portandosi sempre dietro il sapore di quella fuga. E però si consegna alla vendetta, lenta, giornaliera, della moglie, che fa diventare la sua vecchia casa un inferno».
La storia, con vari flashback, si sviluppa dagli anni ’60 ai nostri giorni. «Inizia in un periodo di utopie sociali, di tentativi di evadere dalla famiglia tradizionale, per arrivare a tempi distopici come quelli odierni. Ma forse è la storia della famiglia di sempre». Perché, riflette Orlando, «è difficile ritracciare una storia famigliare felice in tutto il suo percorso. Forse per questo gli spettatori vengono coinvolti t o t a l me n t e : n e l l a s t o r i a d i ognuno c’è un pezzo, un periodo in cui i dubbi superano le certezze».
Il colpo di fulmine con Domenico Starnone era avvenuto 25 anni fa. «Ci incontrammo p e r l a mess a i n s c e n a d e l l a
Scuola. Fu un successo enorme, ripreso di recente. Univa una visione civile con un racconto popolare, con un modo di narrare che arrivava a tutti. Intanto lui era maturato, era diventato quel grande scrittore che conosciamo, era stato rapito dal cinema e da altri interessi. Ma dopo tanto tempo mi sembrava as- surdo non riprovarci. E lo abbiamo fatto adattando un suo romanzo. Lacci è un ritratto in nero della famiglia, con un linguaggio sempre concreto, nel quale il pubblico si identifica».
In questo periodo l’attore, caro al pubblico televisivo e cinematografico, sta puntando tutto sul teatro: «In realtà aspettavo di partecipare anche alla seconda serie di The Young Pope, ma è stata rimandata varie volte. Ha occupato la mia vita per assenza. Amo il cinema e la televisione: ma a teatro sento di essere più padrone del mio destino, di poter controllare i progetti». Con una sua piccola società di produzione teatrale, Cardellino, sta pensando a lavori futuri: «Stiamo cercando testi di nuovi autori da portare in scena. Il teatro sono i testi: quello che rimane dei secoli non sono le regie ma drammi e commedie».