BATTAGLIA VINTA ORA SI VA AVANTI
La battaglia è vinta, la «guerra» continua: nel 2017 quasi 2018, non era pensabile di trasmettere il messaggio che l’avvio dell’anno scolastico fosse anche solo in minima parte posticipabile. Soprattutto per le ragioni che erano state addotte a giustificazione: andare incontro agli interessi turistici di un settore che, sebbene economicamente — ed elettoralmente — importante e strategico in Emilia-Romagna, non poteva in alcun modo figurare come il motore (anche) dell’istruzione dei nostri figli. La giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini, dopo un notevole pressing, condotto prima di tutto dalle pagine del nostro giornale, alla fine ha capito, dimostrando che oggi la politica (o, almeno, qualche politico) è ancora in grado di ascoltare. Una buona notizia anche questa. Del resto la campagna del «Corriere» aveva subito raccolto l’appoggio di una parte importante del mondo della scuola e non solo: dai tanti presidi ai sindacati, al Comitato Scuola e Costituzione che si è speso organizzando una petizione, anch’essa risultata decisiva nel raggiungere l’obiettivo, ossia confermare il suono della campanella il 15 settembre (e non il terzo lunedì del mese). Pochi giorni di differenza, dirà qualcuno, soprattutto se il 15 cade di sabato o domenica come, purtroppo, accadrà nel 2018 e 2019; ma, lo ripetiamo, era il principio che andava affermato.
La «guerra», però, non è conclusa. E da oggi potrà contare su qualche alleato in più e proprio in Regione. Stiamo parlando della possibilità di avviare una riflessione più ampia sul «tempo-scuola», come ha detto bene l’assessore regionale Patrizio Bianchi. Anticipare ancora la campanella? Spalmare i giorni di vacanza su periodi diversi nel corso di un intero anno scolastico, con doppia ricaduta positiva pure sull’organizzazione dei «tempi-famiglia», per i genitori e per gli studenti? Temi importanti e domande complesse, perché complessi sono gli equilibri che vi ruotano attorno. Temi e domande che avrebbero bisogno di una discussione a livello nazionale poiché è il ministero dell’Istruzione ad avere in definitiva l’ultima parola sulla scuola. A meno che la battaglia che il governatore Bonaccini ha appena cominciato sui temi dell’autonomia regionale non possa implicare qualche buona notizia anche in tal senso. Magari l’affermazione di un nuovo «modello Emilia» sul tema. Sarebbe la terza, di buona notizia. Il «Corriere di Bologna» continuerà a fare la sua parte.