Tripla sulla sirena Mancinelli salva la Effe
Gol del Mancio sulla sirena, ed esplode Faenza.
La vince Mancinelli, pescando il jolly nel più assurdo dei finali possibili, tra una squadra più forte ma che ha fatto di tutto per perderla — la Fortitudo — e una più debole che avrebbe probabilmente meritato di vincerla — Imola —, ma ci è andato solo vicinissima.
Non brilla, anzi gioca proprio male, specchiandosi a lungo nel suo superiore talento, e soffre le pene dell’inferno la Fortitudo; però ne esce viva e con i due punti in tasca. Dovessero contare a fine stagione, ci sarà da ringraziare tutti i santi per il gol-partita del Mancio, sul -2, da almeno un metro dietro l’arco, alla fine di un ultimo attacco orribile che a quel punto lasciava presagire un unico esito, cioè una bruciante sconfitta.
E invece la navigazione continua, sesta vittorie su sette, ma diversa da tutte le altre: nervi, talento e anche fortuna, che poi si sa, spesso è l’ingrediente decisivo. Ricordando che in casa dell’Andrea Costa nelle scorse stagioni aveva perso due volte sue due, uscirne coi due punti magari è il segno che questa sarà una stagione diversa.
Mancano sempre Chillo e Fultz e qualcosa bisogna inventarselo, tipo Amici da play, idea proposta più volte che per un po’ funziona ma nel finale proprio no, oppure quintetti quasi sempre molto alti, che danno buoni frutti rimbalzo (+8 all’intervallo, 25-39 alla fine), ma nella parte finale del match fioccano errori ingenui e le 17 perse fanno pensare: è la prima volta quest’anno che questa squadra così esperta si fa invischiare in un pantano del genere, rischiando di buttare via una partita vinta. Ma alla fine non succede, e forse c’è un perché.
C’è Rodrigo Palacio in tribuna, con almeno 500 tifosi biancoblu, l’idea del club di casa di spostare il derbino a Faenza per fare incasso ha pagato, anche se si gioca praticamente in campo neutro.
Per il primo quarto e mezzo la Effe un po’ soffre, ma pur giocando malino va sotto al massimo di 3. Anche quando Imola spinge si vede che la sua cilindrata è nettamente inferiore e che è destinata a spegnersi, mentre la Consultinvest al contrario ha solo bisogno di carburare un po’. Prima spallata della coppia LegionMcCamey, poi c’è la solita rapacità di Cinciarini, che nel gioco del gatto col topo è il meglio di tutti. Lo scarto va in doppia cifra a metà terzo, l’allungo massimo è a +15 ma l’Aquila sembra non aver voglia di chiuderla, mette in folle, butta via un mare di palloni, si ritrova Imola a 8 punti a fine terzo e clamorosamente pari a quota 72 a 2’10 dalla fine.
Panico, Mancinelli mette un solo libero, Bell sorpassa (74-73), poi Mancio perde palla e Legion fa antisportivo, la frittata sembra fatta. Invece Imola ne cava solo 1 punto, sbaglia Gasparin, sbaglia McCamey, sbaglia Bell e infine il Mancio timbra la vittoria. È uno che ne ha viste tante, ma questa se la ricorderà.