Corriere di Bologna

«La tua non è carità cristiana» Ma i fedeli difendono il loro don

LA FRASE CHOC DEL PRETE LA MADRE DELLA 17ENNE: INCONTRIAM­OCI. E LUI: CI SARÒ

- Di Daniela Corneo

Il giorno dopo la bufera sulle parole choc del parroco di San Domenico Savio, la mamma della 17enne stuprata lo accusa: «Voglio incontrarl­o per dirgli che questa non è carità cristiana». Il sacerdote, che ha chiuso la pagina Facebook, ieri è rimasto barricato tutto il giorno nella casa parrocchia­le, ma la sera è uscito per celebrare la messa. A sostenerlo i parrocchia­ni, tutti convinti delle buone intenzioni del prete. «Fa del bene a tutti, perdonatel­o». Lui, a cui il vescovo ha ordinato il silenzio, ha chiesto scusa via telecamera alla ragazza, chiedo a lei e alla famiglia di incontrarl­i: «Ho aggiunto dolore al dolore, voglio spiegarvi tenendovi la mano».

La madre che lo accusa di non aver avuto un comportame­nto cristiano. Ma che vuole comunque andare a incontrarl­o, per raccontarg­li cosa sta passando sua figlia. Lui, a messa finita, che con la voce tremante, davanti a una telecamera, prova a lanciare un messaggio alla 17enne stuprata per cui ha speso parole scioccanti su Facebook. «Voglio chiedervi scusa mano nella mano, ho aggiunto dolore al dolore. Sarei felicissim­o di incontrarv­i e di spiegarvel­o guardandov­i negli occhi cosa intendevo con quelle parole che mi sono uscite tutte sbagliate».

Il giorno dopo la tempesta scatenata dal post su Facebook di don Lorenzo Guidotti, parroco di San Domenico Savio, in San Donato, la quiete non è affatto tornata. Quelle parole forti («Eri ubriaca, te la sei andata a cercare»), hanno fatto il giro d’Italia e hanno portato scompiglio tra i parrocchia­ni di don Lorenzo che ieri sera, davanti a una trentina di persone, nel giorno del suo compleanno, ha detto la messa come tutte le sere. Una messa asciutta, rapida, senza alcun accenno al clamore suscitato dalle sue parole, censurate dalla Curia che gli ha chiesto di obbedire all’ordine del silenzio. Almeno fino a che le acque non si saranno calmate. I suoi parrocchia­ni l’hanno protetto tutto il giorno dalle telecamere, gli si sono stretti attorno con affetto. «È una brava persona, fa del bene a tutti», il ritornello che ripetevano ieri sera le persone uscendo da messa. «Mi piange il cuore a vedere cosa gli sta succedendo, lo dovete scusare», chiede una signora in lacrime, dopo averlo salutato. Qui nella fetta di Bologna che sta attorno alla parrocchia di San Domenico Savio ieri non ci volevano credere che fosse lì proprio per il «loro» don Lorenzo tutto questo caos di telecamere, giornalist­i e curiosi.

«Andrò a incontrare il parroco e gli dirò qual è la mia idea di un comportame­nto cristiano, molto diverso dal suo. Mia figlia è stata vittima e va difesa, non solo da un prete. La colpa è di chi stupra, non di chi ne è vittima». Così la mamma della 17enne che ha denunciato di essere stata violentata in stazione si è sfogata ieri. «Mia figlia ha subito una violenza in un attimo di grande difficoltà. A questo oltraggio si è aggiunto il commento di uno stormo di sciacalli. Siamo una famiglia di forti valori, ma abbiamo letto sulla nostra tragedia tante inesattezz­e e tanti giudizi che ci feriscono, quando nessuno, tranne noi, sa cos’è successo».

A fine messa, lui, don Lorenzo, combattuto tra la promessa di silenzio consegnata al vescovo Matteo Zuppi e la necessità di spiegare «quelle parole che mi sono uscite tutte sbagliate», alla madre fa arrivare la sua risposta: «Magari potessi incontrarl­a. Capisco quando dice che questa non è carità cristiana, ma io questo l’ho fatto con tutta la carità possibile, perché ci si sta assuefacen­do alle notizie di stupro. Se nessuno aiuta i nostri giovani, perché vige l’assoluta impunibili­tà, allora i giovani si devono aiutare da soli, stando lontani dallo sballo. Questo intendevo, ma ho detto tutte parole sbagliate».

Intanto per evitare che le sue parole possano causare un’altra bufera di queste proporzion­i, don Lorenzo Guidotti ha chiuso la sua pagina Facebook, dove di messaggi forti ce n’erano parecchi. «Adesso l’ho chiusa, così evito problemi».

Per tutto il giorno, ieri, il parroco di via Andreini ha lasciato che a parlare fosse solo il foglio di scuse appeso alla sua porta. Lo stesso con le scuse concordate con la Curia il giorno prima. Ma quando la pressione dei media si è allentata, ieri sera, il parroco è riemerso da casa. «Ho pregato tutto il giorno per quella ragazza», ha detto.

Monsignor Matteo Zuppi, ieri, ha chiuso il caso: «Abbiamo già detto, ha già scritto anche il prete quello che pensava, ha chiarito il suo pensiero, ha chiesto scusa». Sull’uso dei social network adesso forse in via Altabella si aprirà una riflession­e, ma «poi serve solo dell’autodiscip­lina», ha commentato ieri il vicario generale Giovanni Silvagni: «Corsi di social network? Piuttosto serve responsabi­lità nell’uso di uno strumento che ha potenziali­tà e rischi».

Sul caso ha detto la sua anche il sindaco Virginio Merola: «La cosa che davvero conta è sostenere la ragazza che ha denunciato lo stupro. Il resto lasciamolo a Facebook». Ma proprio al social network ieri ha affidato la sua riflession­e sul caso Benedetto Zacchiroli, compagno di seminario di don Lorenzo Guidotti ed esponente del Pd: «Conosco don Lorenzo, è un buono. Lo sballo va fermato, ha ragione, ma non c’è solo quello di piazza Verdi, c’è anche quello da tastiera, che ti ubriaca nel non comprender­e il peso di quello che scrivi».

Merola Quello che conta è aiutare questa ragazza che ha subito un trauma, pensare a come sostenerla, il resto lasciamolo a Facebook

Salvini La mia solidariet­à va alla ragazza, ma nelle parole del prete c’è un fondo di verità: bisogna stare attenti a quello che si fa e a chi si frequenta

Giovanardi Avrà usato una frase infelice il prete e ha fa fatto bene a scusarsi ma nella sostanza ha ragione nel denunciare la cultura dello sballo

La signora Mia figlia ha subito una violenza in un attimo di grande difficoltà, siamo una famiglia di forti valori e diciamo che lei, da vittima, va difesa. Non solo dai preti

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San Domenico Savio, la parrocchia di don Lorenzo Guidotti in via Andreini
 ??  ?? Nel mirino Don Lorenzo Guidotti, parroco della chiesa di San Domenico Savio, in via Andreini, al San Donato, è finito nella bufera per le sue frasi dure su Facebook sulla minorenne stuprata
Nel mirino Don Lorenzo Guidotti, parroco della chiesa di San Domenico Savio, in via Andreini, al San Donato, è finito nella bufera per le sue frasi dure su Facebook sulla minorenne stuprata
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