L’Aida debutta con lo smartphone
Sopratitoli tramite app. Il Comunale punta su un allestimento super tecnologico
Un’«Aida» ipertecnologica con un enorme laptop e videomapping come scenografia. E i sopratitoli scorrono sullo smartphone. L’uso dell’app per seguire il libretto è stato scelto in realtà per non mortificare l’allestimento sul palco, ma, se piace, potrà diventare permanente.
L’opera, con la regia di Micheli e Chaslin sul podio, debutta domani. Si prevedono sconti per i tifosi rossoblù.
L’Aida pensata da Francesco Micheli (e diretta dal podio da Frédéric Chaslin) che debutta domani al teatro Comunale (ore 20) è talmente «tecnologica» che i sopratitoli si leggeranno sullo smartphone.
A dire il vero, l’escamotage si è reso necessario perché l’avveniristica scenografia sarebbe sacrificata dall’elemento del boccascena che normalmente ospita i dialoghi del libretto. Sul palco domina un enorme laptop di 18 metri per 14: ed è lì che tra movimenti del cast e proiezioni spettacolari si consuma il dramma di Aida e Radamès. Gli spettatori sono dunque invitati a scaricare sul proprio dispositivo l’app Lyri Live (www.lyri.it), che prevede l’azzeramento automatico della luminosità e consente di acquisite altri contenuti sull’opera. «All’ingresso — spiega il direttore generale di Largo Respighi Fulvio Macciardi — consegneremo un foglio con le istruzioni e chiederemo di esprimere un’opinione sull’esperienza. Se piace potremmo renderla modalità permanente, magari installando dei supporti sulle poltrone per evitare di tenere lo smartphone in mano». È una sperimentazione ma ridurrebbe alcuni costi. È stata utilizzata al Farnese di Parma per Stiffelio, durante il Festival Verdi, e pare che il pubblico abbia gradito.
Intanto il mezzo tecnologico non sembra fuori luogo in questa co-produzione del Comunale con l’Opera Festival di Macerata in cui l’Egitto antico e sfarzoso, dentro il quale si muovono anime dalle forte passioni disegnato da Verdi verso la fine del 1800, è traslato ai giorni nostri. Anzi, assume una dimensione spazio-tempo futuristica, tra luci, segni e proiezioni. Anche se il titolo è tra quelli di maggior attrattiva, mancava dalla sala del Bibiena da 16 anni e, sottolinea il sovrintendente Nicola Sani, «rientra nella nostra linea di innovazione dei linguaggi. Il ponte tra il mondo molto lontano e un mondo molto vicino è il laptop», intesa come versione contemporanea del papiro.
La tradizione tradita? Micheli mette subito le mani avanti: «Io in realtà sono un filologo. Aida mi dice che Verdi si compiaceva delle opportunità tecnologiche della scenotecnica del suo tempo: allestimenti giganteschi e centinaia di persone sul palco. Oggi, i mezzi tecnologici sono altri. Il videomapping e l’utilizzo dei video sono ormai consolidati e in qualche modo questo ci riporta alla tradizione. Abbiamo il trionfo degli animali con elefanti e giraffe, proprio come voleva Verdi». Il compositore, inoltre, spiega sempre il regista, era interessato alla civiltà egizia «e quello che ci sorprende ancora è che è stata la prima civiltà avanzata a spendere energie per sondare il mondo dei morti». A colpire Micheli è il Libro dei Morti, «il viaggio concreto che deve affrontare l’anima» per tornare in pace, leggera. Così anche il travaglio dei due amanti strattonati tra giochi di potere diventa una sorta di redenzione. «I personaggi dell’Aida — riflette — compiono tanti errori, protervie e abusi di potere ma dai loro sbagli anche l’uomo contemporaneo può imparare».
Si pone come filologo della visione verdiana anche Chaslin: «La partitura rivela, almeno per il 70 per cento, una scrittura molto intima — precisa — Verdi era un vero classico, otteneva l’effetto massimo con l’uso minimo del materiale. Anche nei momenti più violenti non ha mai ceduto al verismo». E così, la bacchetta, ha chiesto all’Orchestra «di rispettare quei “piano” e “pianissimo” che punteggiano la partitura». Ma non deve essere stato difficile. Lo stesso Chaslin (visto spesso al Comunale nei concerti sinfonici), ha ammesso: «Ho diretto spesso Aida, non in Italia, ma questa è la prima volta che ho a che fare con un’Orchestra che ce l’ha nel sangue». «Alla fine — va avanti — possiamo immaginare di passeggiare accanto alla tomba degli amanti e sentirne il canto di addio alla vita».
Per il ruolo di Radamès, infine, è stato scelto il massimo interprete del ruolo: Carlo Ventre. Però ,a causa di una tracheite, non può prendere parte alla prima e sono in forse anche le altre recite. Ci sarà, invece — ma non è da meno — Antonello Palombi. Monica Zanettin e Anna Lucrezia Garcìa, le voci di Aida.