Fortitudo stanca Gli americani devono crescere
McCamey zero assist contro Imola e Legion deludente da tre partite. Boniciolli: «Ci manca benzina»
Tutt’altro che ignorante, visto che non restava altro da fare a parte pregare, il tiro di Stefano Mancinelli che ha salvato la pelle dell’Aquila a Faenza venerdì sera avrà un peso importante, nel futuro prossimo della Fortitudo. Vincere anziché perdere con Imola, oltre che l’ovvia importanza per la classifica, sposta parecchio in termini di tranquillità per un gruppo che non è mai del tutto al riparo dalle critiche neanche quando le cose vanno bene, figurarsi se avesse lasciato lì una vittoria dal +15. E inoltre ritaglia nove giorni di tempo per lavorare con relativa pace prima della prossima partita. Secondo Matteo Boniciolli «serviranno per provare finalmente a caricare il serbatoio. Se caliamo sempre nei finali di partita è perché ci manca benzina, ma non avendo finora mai potuto allenarci tutti assieme è del tutto normale».
Tante volte con la partita in pugno e tante volte rimontata questa Consultinvest, ma mai battuta, a parte Trieste che è un discorso a parte (e comunque c’è stato crollo finale anche lì); prima di Imola era successo in modo evidente a Ferrara, a Udine, con Verona in casa e pure con Orzinuovi. «Perché a un certo punto non ne abbiamo più. E non ci si inventa nulla, ma quando ci saremo tutti sarà un’altra cosa», insiste Boniciolli. Da tutte queste rimonte subite la squadra è però sempre venuta fuori senza danni, restando lucida. Fa eccezione la partita di Faenza, in cui oggettivamente la squadra qualche minuto di panico l’ha vissuto ed ha vinto solo grazie a una serie di episodi favorevoli, di cui il gran tiro finale del capitano non è che l’ultimo, e forse quello in cui la fortuna c’entra di meno. Bravo lui piuttosto a dimostrare che non è vero che ormai può tirare da fuori solo coi piedi a posto (in stagione da tre ha 5/12 che fa un buon 41%). La fortuna semmai è che Mancinelli fosse in campo in quel momento, visto che era uscito - brontolando - a 3’ dalla fine, ma rientrato dopo soli 16 secondi, a seguito di un fallo speso male da Italiano, una delle tante sciocchezze nel caotico 17-3 degli ultimi 6 minuti del match, ultimo secondo escluso.Un epilogo avventuroso che Boniciolli ha preso con ironia («Situazione provata e riprovata in allenamento…» scherzava uscendo dal PalaCattani), ma riconoscendo al tempo stesso che «nessuno quanto me può capire quanto male deve stare Cavina», perché la piccola Imola, al netto di un paio di errori letali, avrebbe davvero meritato di fare l’impresa e castigare l’Aquila.
Reintroducendo il tema dei limiti di playmaking, con McCamey a zero assist in 28 minuti (e 0/4 da tre) e l’esperimento di Amici da play andato male, mentre anche Legion alla fine è sparito, e sono tre partite in fila che non convince. Ma c’è un pensiero finale che cancella tutto, e non ha niente a che vedere con la caccia che mezza A2 sta dando a Guido Rosselli: sarebbe probabilmente bastato avere Fultz per vincerla comodamente. E prima o poi Fultz rientrerà. Mentre un bottino di 6 vinte su 7 a questo punto della stagione, con due partite in fila in casa in arrivo (Bergamo e Ravenna), lo avrebbe firmato chiunque.