Corriere di Bologna

Virtus sulle ginocchia

Un altro finale amaro, Brescia con i fratelli Vitali espugna piazza Azzarita Ormai ko in fotocopia per la Segafredo, arrivata stanca e con il roster incompleto. Urge un intervento

- di Daniele Labanti, Enrico Schiavina

Terza sconfitta consecutiv­a per i bianconeri, battuti da Brescia 76-74: la Leonessa resta prima in classifica Partita dura e a strappi, poi solito brutto ultimo quarto dove la Segafredo si è sciolta finendo freddata da Luca Vitali Corta e ancora incompleta, la V nera deve correre ai ripari

A questo punto non è una malattia ma proprio una sindrome. La Virtus perde la terza partita consecutiv­a, seconda in casa, quarta all’ultimo possesso o quasi su sette gare di campionato, e lascia Brescia in vetta e imbattuta in classifica. Un libro aperto ormai lo sprint finale, anche se aggiornere­mo la stadera con le motivazion­i che raccontera­nno di una sconfitta diversa da quella di Milano, che era stata diversa da quella con Venezia, a sua volta diversa anch’essa da quella a Trento. Chiacchier­e. La realtà è quella di una Segafredo forte ma con qualità ancora non incanalate tatticamen­te, mentre la decisione sbagliata di non prendere l’ultimo americano in estate si sta trasforman­do in un suicidio del quale la dirigenza dovrà prima o poi rendere conto.

Il cesto della vittoria che ha freddato il PalaDozza è stato firmato da un figlio di casa, Luca Vitali, fin lì 1/8al tiro ma bravissimo e fortunato a segnare in testa a Slaughter che aveva difeso benissimo. Poi c’erano quasi 3” per il tiro della vittoria bianconero sul 74-76, ma dalla rimessa disegnata nel time out da Ramagli n’è uscito un orrendo tiro da sei metri del pivot.

Era stata una partita di strappi, fatta e condotta dalla Leonessa nel primo tempo ma ribaltata dalla Segafredo nel terzo quarto costruito sulla ferocia difensiva. All’intervallo Brescia aveva il 58% al tiro, spremendo punti e assist da tutti e ingolfando il già tremolante attacco bianconero con una efficace zona 3-2. Da squadra tatticamen­te evoluta, la truppa di Diana è stata capace di reggere anche all’urto della spallata bianconera e a un terzo periodo da 1/14 al tiro. In quel momento, il migliore per la Virtus, l’aggressivi­tà difensiva ha raggiunto il punto più alto tenendo Brescia senza canestri dal campo fino a 3’15” dalla terza sirena. Ma la Leonessa ha impedito comunque alla Virtus di correre, ha continuato ad essere aggressiva sul primo passaggio confidando nella propria zona e nelle giocate macinate dai fratelli Vitali, rivelatisi poi i match winner della sfida.

L’ultimo periodo è stato il consueto bagno di sangue per la Segafredo, arrivata indubbiame­nte stanca e poco lucida, ma pure visibilmen­te confusa e sprovvista di una guida. Con un 18-8 nei primi 6’ di quarto periodo Brescia rimette il naso avanti, ispirata da un assetto con Sacchetti e Landry come finti lunghi. Umeh si fa piallare e Ramagli rimette Lafayette, fin lì tra i migliori assieme a Stefano Gentile, ma la gara — come nelle altre sconfitte — sta già sfuggendo di mano. Gli ultimi due minuti partono con Brescia avanti 73-72 dopo un facile lay up di Michele Vitali. La Virtus grazie ai rimbalzi offensivi tenta quattro assalti con quattro giocatori diversi, Lafayette, Aradori, Stefano e Alessandro Gentile, ma piglia quattro ferri. Luca Vitali sbaglia un libero, 74-72, Slaughter imbeccato da Ale pareggia a 74 prima del gol vittoria di Luca.

Ormai le modalità per perdere la Virtus le ha snocciolat­e tutte, stavolta meno buttata e più vinta da Brescia. Difficile trovare una cura a una squadra ancora in costruzion­e, con giocatori colpevolme­nte da inserire ed equilibri da raffinare. Crescere tatticamen­te, nella mentalità e nei dettagli è almeno un’aspirina.

Annotazion­e finale: la terna arbitrale Mazzoni, Paglialung­a, Calbucci è stata impresenta­bile. La loro indecente prestazion­e, nella quale spiccano sei inutili falli tecnici, dovrebbe far riflettere la Federbaske­t.

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Match winner Luca Vitali esulta dopo il suo canestro vincente (LaPresse)
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