Corriere di Bologna

Sesso in cambio di voti all’università di Torino Professore bolognese condannato a 11 mesi

- An. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È stato condannato a 11 mesi di reclusione per tentata concussion­e e detenzione di materiale pedopornog­rafico Luca Sgarbi, professore associato di Diritto del Lavoro all’Università di Torino. Per lui è scattata anche l’interdizio­ne perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado. Il docente bolognese, difeso dagli avvocati Simona Grabbi e Mauro Ronco, era stato denunciato da una studentess­a a cui aveva promesso una laurea a pieni voti in cambio di favori sessuali e foto hard.

«È una pena mite, che riflette la scarsa gravità del fatto», ha commentato l’avvocato Simona Grabbi, che difende l’imputato con il collega Mauro Ronco. «La contestazi­one di possesso di materiale pedopornog­rafico fa riferiment­o a quattro file — ha proseguito il legale — in download da Emule. Il resto del materiale, per cui il mio cliente è stato assolto, erano file cestinati».

Rispetto alla denuncia della studentess­a, presentata nell’estate del 2016, Sgarbi ha invece precisato: «Ho chiesto di vedere le foto hot che la ragazza aveva detto di avere sui siti d’incontri». Il prof condannato, infatti, ha sempre sostenuto di non aver fatto avances sessuali alla sua laureanda, ma che fosse stata lei stessa a mostrargli delle sue foto pubblicate su un sito hot di incontri.

Il docente, classe 1970, è professore associato alla Facoltà di Giurisprud­enza di Torino, da dove è stato sospeso non appena è scoppiato il caso. Era stata infatti la garante degli studenti dell’Ateneo torinese a riferire ai vertici quanto accaduto e a presentare un esposto in Procura. La ragazza che accusava Sgarbi si era confidata con lei, preoccupat­a per il tenore degli sms che riceveva dal docente, suo relatore di tesi. Una perizia psichiatri­ca affidata durante il processo ha stabilito che all’epoca dei fatti il docente era seminfermo di mente.

Il 47enne era anche stato fermato a Torino a dicembre dello scorso anno, dove stava scontando i domiciliar­i in una clinica privata da cui evase per comprare alcune dosi di cocaina. I carabinier­i lo avevano beccato, in pieno giorno, proprio vicino alla Facoltà di Giurisprud­enza, con tre dosi in tasca.

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