Lunedì al Bentegodi faccia a faccia con quattordici ex
Tra Hellas e Bologna tanti intrecci: da Fusco a Bigon, passando per Helander, Ferrari e Pecchia
Quattordici ex, tra campo e scrivania. Nel tratto di strada tra Bologna e Verona di scambi, specie in epoca recente, ce ne sono stati parecchi e lunedì nel posticipo del Bentegodi non andrà in scena solamente la sfida tra due squadre alla ricerca del necessario riscatto ma anche un confronto con diversi ex tra i protagonisti.
Ce ne sono a tutti i livelli: tanti in campo, ovviamente, uno in panchina (Pecchia, tecnico dell’Hellas che nel Bologna ha giocato tre stagioni da centrocampista) e tre anche a livello dirigenziale. Maurizio Setti, attuale presidente del Verona, è stato vicepresidente rossoblù in era guaraldiana prima della rottura del 2012, quando da Carpi virò verso il Brennero diventando il numero uno del club veneto: l’avventura bolognese con Guaraldi è stata decisamente turbolenta, una diarchia che mostrò le prime crepe quando il club ruppe con Salvatore Bagni — scommessa dello stesso Setti — e che ebbe anche strascichi legali. Sono ex anche i due direttori sportivi: ricordi pessimi per Bigon, che al Verona entra in carica l’8 giugno 2015 con contratto triennale e ne esce un anno dopo (per poi approdare in rossoblù) dopo una retrocessione netta e senza appello, più alterni per Filippo Fusco che a Bologna operò nella drammatica estate 2014 con il club a un passo dalla sparizione. Costruì la base della squadra che poi coi rinforzi di gennaio post cambio di proprietà venne promossa in A, se ne andò a fine dicembre per l’arrivo di Corvino e dall’estate 2016 è il plenipotenziario tecnico del Verona, con cui è stato promosso in A e dove ha vinto la battaglia interna con Toni, che se n’è andato sbattendo la porta.
Sul campo, l’attuale Verona porta con sé buona parte del lavoro bolognese di Fusco: in rosa ci sono il portiere Coppola e i centrocampisti Bessa, Buchel e Zuculini (quest’ultimo infortunato), tutti arrivati a Bologna con il ds e poi approdati a Verona. In più è arrivato in estate Alex Ferrari, prodotto del vivaio rossoblù che proprio nella stagione di Fusco era stato promosso in prima squadra, mentre è finito fuori lista un altro giocatore cresciuto a Casteldebole, ormai a Verona da tempo, come Albertazzi. L’ultimo ex in maglia Verona è Cherubin (bersagliato da diversi infortuni dal suo arrivo in Veneto), approdato all’Hellas in uno scambio con Helander, giocatore che Bigon aveva acquistato a Verona facendo il bis a Bologna.
Lo svedese, in panchina nella Svezia che ha estromesso l’Italia dal Mondiale, è uno dei tre ex veronesi al pari di Donsah (stagione 2013/14, Primavera e una presenza in prima squadra) e soprattutto di Maietta, ex capitano accolto sempre come un eroe dal Bentegodi vista la militanza quadriennale con scalata dalla C alla A: a Bologna lo portò Fusco, che peraltro a gennaio gli farebbe compiere volentieri il percorso inverso per rivestirlo di gialloblù e aiutare un Verona in zona retrocessione.