Quarant’anni di fusion con gli Yellowjackets
La band al Bravo Caffè per il Bologna jazz festival
sia un film che un manifesto teorico, opponendosi a tutte le convenzioni del linguaggio cinematografico allo scopo di eliminarle. «Quando ho iniziato non avevo intenzione di fare dei film o un libro o delle fotografie — ha spiegato al riguardo Nyman — ma è semplicemente successo perché ero lì, avevo una videocamera, il mio sguardo e molta curiosità, i diari visivi di una mente distratta ma ostinata». A conferma di quanto a Nyman stiano stretti i soli abiti musicali, visto che le sue attività da tempo si sono allargate anche alla regia e alla fotografia. jazz elettro-acustico che è divenuto il loro marchio di fabbrica. Nei loro brani, infatti, jazz e fusion acustica si fondono con notevole raffinatezza in un sound compatto e molto preciso. Gli Yellowjackets questa sera alle 22 torneranno a suonare dal vivo al Bravo Caffè di via Mascarella, inseriti nel programma del Bologna Jazz Festival. Con gli storici membri, vale a dire Russell Ferrante alle tastiere, già nella formazione dal 1977, quando era ancora denominata The Robben Ford Group dal nome del chitarrista fondatore, Bob Mintzer al sax, entrato nella band negli anni ‘90 in sostituzione di Marc Russo, e William Kennedy alla batteria. Al basso ci sarà il figlio di Jaco Pastorius, Felix, che ha sostituito il co-fondatore della band Jimmy Haslip nel 2012. Lungo i decenni il gruppo ha visto passare nelle proprie fila il già citato Robben Ford e Ricky Lawson, in seguito con Lionel Richie, collaborando con musicisti di rilievo come Peter Erskine. Gli Yellowjackets sono comparsi anche nella colonna sonora del film Star Trek IV: The Voyage Home e nel 2006 hanno celebrato il loro venticinquesimo anniversario con l’album Twenty Five. È del maggio 2008 l’incisione del loro ventesimo disco Lifecycle, dove compariva anche Mike Stern, dopo quindici anni di assenza di un chitarrista dai dischi del gruppo.