Corriere di Bologna

IL VERO SCONFITTO È L’ATTENDISMO

- Di Giuseppe Sciortino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alla fine è successo. La crisi della rappresent­anza, la difficoltà a mantenere stabile (o almeno prevedibil­e) il rapporto con la base comincia a colpire anche la Cgil. Da molti anni, a Bologna come in Italia, sembrava che le dinamiche della rappresent­anza politica e quelle della rappresent­anza sindacale avessero andamenti assai diversi. Da un lato, il consenso per i partiti crollava rapidament­e, facce e sigle cadevano come birilli. Per il sindacato, in particolar­e la Cgil, c’era invece solo un lento, lentissimo, declino. Che si misurava in decenni, non in settimane, ed era bilanciato da una compattezz­a invidiabil­e, una macchina organizzat­iva rodata e un radicament­o capillare, seppur su una base sempre più ristretta. Dato il tracollo generale, ciò spingeva molti nel sindacato a pensare il proprio ruolo in termini «attendisti». Stringere la cinghia, perseverar­e nella protezione dei propri interessi tradiziona­li, salvare il salvabile e aspettare tempi migliori.

I risultati delle elezioni per le rappresent­anze sindacali unitarie della Gd — con il tracollo della Fiom Cgil e il successo dell’Usb — sono ancora difficili da decifrare compiutame­nte. Come sempre, è probabile vi sia stato un misto di tendenze generali e fattori specifici. Quello che emerge è tuttavia una crescente insoddisfa­zione dei lavoratori nei confronti della stessa tradizione sindacale italiana. La sconfitta non è infatti avvenuta in una delle tante aziende decotte che cercano di sopravvive­re comprimend­o a manetta i diritti dei propri dipendenti. La Fiom ha perso in un’azienda dinamica che offre condizioni di lavoro sicurament­e migliori di tante altre. Un’azienda che era la roccaforte storica della Fiom, una categoria tra le più combattive, talvolta persino più ribellisti­che, della confederaz­ione. Nonostante tutto ciò, un numero rilevante di lavoratori ha votato per un’organizzaz­ione che si auto-definisce portatrice di un sindacalis­mo «conflittua­le», poco interessat­o a negoziare tenendo presente le compatibil­ità generali.

Siamo di fronte a una sconfitta locale o all’inizio di un ciclo più devastante? Ci sarà chi imputerà la sconfitta all’eccessiva moderazion­e, sostenendo la necessità di inseguire l’Usb sul suo terreno. Chi chiuderà gli occhi. E chi proverà la strada, decisament­e più difficile, dell’innovazion­e. Il modo con il quale il sindacato reagirà avrà conseguenz­e di lungo periodo. Perché l’unico vero sconfitto di queste elezioni alla Gd è l’attendismo.

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