Pd, la trattativa di via Gerusalemme
Il mediatore del Pd per l’alleanza a sinistra, Piero Fassino incontra Romano Prodi e poi gli ulivisti guidati da Giulio Santagata che domenica si vedono (ci sarà anche il sindaco Merola) per provare a lanciare la lista BoninoPisapia. I destini del centrosinistra ripassano da Bologna.
Lo scorso 13 maggio durante il faccia a faccia a porte chiuse tra il segretario Pd, Matteo Renzi e l’ex premier Romano Prodi alla Johns Hopkins di Bologna l’argomento fu uno solo: la possibilità di costruire un centrosinistra largo, il più largo possibile, con un’alleanza tra Campo progressista di Giuliano Pisapia e il Pd senza farsi troppe illusioni sulla possibilità di coinvolgere anche gli scissionisti D’Alema e Bersani. In quel caso Prodi, pur fuori dalla politica, avrebbe comunque garantito una sorta di benedizione da padre nobile all’operazione. Poi le cose sono andate come sono andate tanto che l’ex premier ci ha tenuto a chiarire che vive ormai in una tenda lontano dal Pd. Sei mesi dopo siamo più o meno tornati allo stesso punto e può essere che la tenda si riavvicini ai dem. In questa fase il suo ruolo per quello che significa il suo nome per la storia ulivista e del centrosinistra, può essere decisivo.
Ieri l’ex sindaco di Torino Piero Fassino ha salito le scale di via Gerusalemme a Bologna e al termine del faccia a faccia con il Professore ha speso queste parole. «È stato un incontro molto positivo — ha detto Piero Fassino al termine della visita — perché Prodi come padre dell’Ulivo e del Pd condivide e apprezza l’iniziativa che sto perseguendo per realizzare una comune strategia del centrosinistra. Anche incoraggiato da questo incontro proseguirò i miei colloqui con i diversi esponenti del centrosinistra».
Fassino è il mediatore incaricato dal segretario nazionale Pd, Matteo Renzi, per avviare un dialogo con le tante forze a sinistra del Pd e, ancora una volta, i giochi partono da Bologna e dal Professore. Ventidue anni fa fu Massimo D’Alema a salire quelle scale e iniziò una lunga storia che portò per due volte Romano Prodi a Palazzo Chigi ma questa è un’altra storia. Bologna, nel tentativo complicato di provare a ricostruire una coalizione di centrosinistra sulle macerie provocate dalla scissione di Mdp dal Pd, c’entra anche per un altro motivo. Domenica, come anticipato dal Corriere di Bologna, si troveranno per un incontro al quale sono stati invitati Giuliano Pisapia ed Emma Bonino, molti ulivisti della prima ora guidati dall’ex ministro Giulio Santagata. Fassino, nella sua visita bolognese, ha incontrato anche loro anche perché in una fase molto delicata come questa il ruolo di facilitatori che possono giocare gli ulivisti della prima ora potrebbe essere fondamentale. Detto fuor di metafora: andare da Giuliano Pisapia per chiedergli di decidere se stare di qua in un’alleanza di centrosinistra con il Pd o di là con gli scissionisti di Mdp con il placet di Romano Prodi e dei prodiani può servire ad ottenere una risposta positiva.
Secondo Santagata e soci non ci possono essere alternative ad un’alleanza di centrosinistra tanto che molti di loro sono disponibili a tornare a fare politica dopo tanti anni per provare a dare una mano a quella che sembra una impresa. Nella nuova forza politica che dovrebbe, nelle loro speranze, essere guidata da Bonino e Pisapia, confluirebbero tutti quelli favorevoli all’alleanza.
Al convegno di domenica prossima parteciperà anche il sindaco Merola uno di quelli che, almeno sul piano locale, si è speso di più nell’ultimo anno per provare a ricostruire il centrosinistra insieme al deputato Pd, Andrea De Maria. Oggi l’ex premier Romano Prodi sarà impegnato in un convegno internazionale sul tema Migrazioni insieme al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, leader della minoranza Pd, pure lui impegnato a ricostruire un’alleanza larga. I puntini si potranno unire solo alla fine della storia ma è chiaro che quello che è successo ieri a Bologna è il primo indizio per un percorso che è cominciato e che deve concludersi positivamente o negativamente entro poco tempo, perché poi ci saranno le elezioni politiche.