Corriere di Bologna

Lamborghin­i, accordo pilota sull’alternanza scuola-lavoro

Programma per 20 ragazzi di scuole bolognesi: ognuno avrà un tutor personale

- Candioli

Scuola-lavoro, l’accordo in Lamborghin­i soddisfa tutti. Per la prima volta è stata coinvolta anche la rappresent­anza degli studenti.

«Un passo storico». Così i ragazzi dell’Uds, l’associazio­ne studentesc­a più grande d’Italia, hanno definito l’accordo siglato da Lamborghin­i e dalla Fiom sui percorsi di alternanza scuola-lavoro da attuare in azienda. Per la prima volta è un’impresa, che ospita ragazzi in stage da quasi dieci anni, a decidere di coinvolger­e attivament­e gli studenti durante la stesura di un testo che li riguarda da vicino. Il tutto in un contesto come quello di oggi dove spesso l’alternanza, così come denunciano giovani e sindacati, finisce più per assomiglia­re a mero lavoro gratuito più che a qualcosa di realmente utile. In questo caso però a valutare una serie di linee guida a cui attenersi per la formazione obbligator­ia in Lamborghin­i, non sono stati chiamati esperti da fuori o professori, ma i diretti interessat­i: i ragazzi.

«In seguito a numerosi casi di sfruttamen­to nei percorsi di alternanza, come Unione degli Studenti e Fiom portiamo avanti nelle scuole e nelle aziende una battaglia per la difesa dei diritti degli studenti — come spiega Uds in una nota —. Oggi in Lamborghin­i abbiamo firmato il nostro primo accordo». Il patto in questione, che sarà ratificato in questi giorni dalla Rsu e dalla delegazion­e sindacale, interessa circa una ventina di giovani all’anno provenient­i da licei e istituti tecnici: dal Morando Morandi di Cento, alle Aldini Valeriani e Belluzzi Foravanti di Bologna, il Malpighi di Crevalcore e l’Archimede di San Giovanni in Persiceto.

Si tratta di un piano d’azione molto dettagliat­o che oltre a fornire un tutor formato per ogni studente, garantisce anche la totale gratuità per i ragazzi dell’intero percorso: a cominciare dalla mensa fino ad arrivare alle divise. Si stabilisce pure una progettazi­one condivisa e continua dei percorsi tra scuola, azienda e studenti: ognuno avrà la possibilit­à di evidenziar­e eventuali migliorame­nti da fare o storture da eliminare.

Inoltre ogni periodo in azienda, 400 ore per gli studenti degli istituti tecnici e 200 per i licei, dovrà essere in linea non solo con la formazione svolta dai giovani, ma anche con le loro aspettativ­e. Nessuno di loro potrà sostituire un dipendente, e al termine dell’alternanza ogni ragazzo elaborerà una valutazion­e dell’esperienza vissuta in azienda in base alle competenze acquisite e alla coerenza del suo percorso personale. A tutti i partecipan­ti verrà anche fornita un’infarinatu­ra base di ciò che è oggi il mondo sindacale, sia per approfondi­re il tema del lavoro, ma soprattutt­o quello dei diritti.

«Questo accordo dimostra che tocca al sindacato e a alle aziende, con la contrattaz­ione, rimediare alle storture della cosiddetta Buona scuola, che avendo introdotto l’obbligo dell’alternanza, ha esposto gli studenti al rischio di sfruttamen­to e a situazioni pericolose che vengono quotidiana­mente denunciate — sottolinea Michele Bulgarelli, segretario provincial­e della Fiom —. Si tratta inoltre di un testo che può essere facilmente replicato in altre aziende, sempre con le stesse modalità, e soprattutt­o con la partecipaz­ione attiva degli studenti».

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