Corriere di Bologna

Gd, il day after nero dei confederal­i «Ha vinto il populismo sindacale»

Il sindacato di base esulta dopo il sorpasso sulla Fiom. La Cgil frastornat­a: hanno pesato le fake news Decisivo il ruolo di colletti bianchi e trasfertis­ti: «Parlare con loro era come farlo con l’azienda»

- Beppe Persichell­a Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lunghi: il disagio non è stato colto, è un campanello d’allarme anche per altre realtà

L’incredulit­à dei sindacati confederal­i dopo la vittoria in Gd dell’Usb si scontra con il pragmatism­o dell’azienda. «La Rsu è stata eletta democratic­amente, costruirem­o quindi con questa rappresent­anza tutti i percorsi sindacali coniugando le esigenze dei lavoratori e dell’azienda in una logica di continuità», scrive in un secco comunicato il colosso metalmecca­nico di Isabella Seragnoli. Come dire, un conto è l’accordo integrativ­o sostenuto da Fiom, Fim e Uilm (passato, seppure di soli 27 voti) che è quello che più interessa all’azienda, altro conto sono le elezioni, questioni per lo più sindacali.

Ed infatti Cgil, Cisl e Uil non si danno pace, all’indomani del voto in fabbrica che ha eletto l’Usb primo sindacato con il 44% dei voti. «È stato espresso un forte disagio, non colto per tempo. Hanno prevalso le fake news e non i contenuti dell’accordo, le esigenze individual­i e non quelle collettive», sostiene il segretario della Camera del Lavoro Maurizio Lunghi. «Di fronte a un contratto del genere si fa fatica a dare delle spiegazion­i, se non che il populismo e la demagogia hanno preso piede», il ragionamen­to del segretario metropolit­ano della Cisl Danilo Francescon­i. «Alla Gd non c’è il Marchionne di turno — osserva —, però l’egoismo individual­e ha prevalso sul bene comune. Altrimenti non si spiega perché lavoratori che guadagnano migliaia di euro al mese si siano sentiti insoddisfa­tti». Riflession­i che ora dovranno essere discusse faccia a faccia con i lavoratori, perché il populismo ben si lega in un contesto di crisi che però nell’azienda di via Battindarn­o non c’è. Ecco perché, mentre l’Usb esulta, gli sconfitti sono frastornat­i e non riescono ancora a fare un’analisi completa di cosa sia successo. «Non ne ho la più pallida idea — ammette Lunghi —. È una novità assoluta. Una cosa del genere a Bologna non si era mai registrata. Anche se circoscrit­to, è per noi un campanello d’allarme. Tutte le categorie sindacali che si apprestano a rinnovare la loro rappresent­anza è bene che guardino con attenzione a quel che è successo qui». La Cisl può invece intraveder­e il bicchiere mezzo pieno, avendo aumentato in fabbrica i suoi voti del 60%. Dato che porta Francescon­i a dire «che noi siamo saliti, mentre la Uilm ha tenuto». Una sconfitta soprattutt­o in capo alla Fiom, quindi, ma che le altre due sigle non possono permetters­i di ignorare. «Serve un’analisi approfondi­ta. Tutti i sindacati confederal­i perdono posizioni da questa vicenda», riconosce il leader regionale della Uil Giuliano Zignani.

Fin qui l’analisi dei sindacati. Ma chi vive la Gd racconta una storia diversa. E parla di un malessere diffuso. Trasversal­e, tra chi ha scelto l’Usb, sia per il suo ruolo in fabbrica che per la sua storia politica. Un disagio esploso tra i trasfertis­ti che ha poi contagiato gli operai e persino gli impiegati. Al centro di tutto c’è sempre l’accordo integrativ­o (orario deciso in maniera autonoma, fino a 12 mila euro di premio di risultato su quattro anni, modifiche al calcolo dell’indennità di trasferta). Chi ha voltato le spalle alla Fiom lo ha non solo ritenuto imposto dall’alto, ma neppure così vantaggios­o come dipinto dai confederal­i. I numeri in fabbrica raccontano molte cose: i trasfertis­ti sono 300, i voti all’Usb 547. Quasi il doppio. Non sono pochi i colletti bianchi che hanno votato per un sindacato più radicale rispetto alle sigle confederal­i, conosciuto soprattutt­o per le vertenze nel mondo della logistica e per le occupazion­i abitative. Contesti completame­nte diversi rispetto alla realtà di un’azienda in cui la maggioranz­a dei dipendenti è inquadrata dal quinto livello in su. E in cui, secondo un recente studio della Fiom, circa il 56% dei lavoratori è costituito da impiegati.

Le fabbriche stanno cambiando e questo tema è da anni sul tavolo di Fim, Fiom e Uilm. Ma era difficile aspettarsi che questo cambiament­o potesse accompagna­rsi alla vittoria dell’Usb nella fabbrica simbolo della metalmecca­nica bolognese. E a un tracollo della Fiom, che ha perso oltre 300 voti passando da 774 a 467. Eppure è accaduto e lo dimostra soprattutt­o il risultato nella sede centrale, dove il sindacato di base ha vinto seppur di più stretta misura rispetto alle altre sedi: 314 voti contro 296 della Fiom. In percentual­e, il 39,2%. «Quello che è successo in Gd non è politica, non è un’incomprens­ione con i delegati ma è la sensazione di essere stati abbandonat­i. Tutti, ciascuno per il proprio reparto: trasfertis­ti, impiegati, quadri», racconta Eugenio Navacchia, neo eletto nella rsu in quota Usb. Un ingegnere. Uno dei tanti che ha bussato alla porta del sindacato di base. «I primi sono stati i trasfertis­ti, una categoria sui generis molto combattiva. Gli impiegati sono più moderati, perché fa parte del loro mestiere. Ma la tranquilli­tà viene meno quando si capisce che c’è qualcosa che non va». A partire dal rapporto con i confederal­i. «Abbiamo fatto delle domande: non sono arrivate risposte e in più ci sembrava di essere davanti all’azienda — attacca il delegato —. Stavolta c’era qualcuno a cui rivolgersi e le persone sono state contente. Adesso l’Usb è uno strumento che ci serve per far funzionare la nostra vita lavorativa, per avere delle risposte».

Gli scenari

 ?? Sorpresa ?? Usb è il primo sindacato alla Gd con il 44% dei voti, la Fiom ne ha persi oltre trecento
Sorpresa Usb è il primo sindacato alla Gd con il 44% dei voti, la Fiom ne ha persi oltre trecento

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy