Ubertini, due anni da rettore «Ora candidiamo l’Ateneo per il bando di Industria 4.0»
È appena iniziato il terzo anno del mandato del rettore Francesco Ubertini. Bilanci?
«Complessivamente sono molto soddisfatto».
Cosa le ha dato più soddisfazione e cosa l’ha amareggiata maggiormente?
«Mi ha dato più soddisfazione la tanta progettualità e pianificazione strategica, le tante iniziative messe in campo, e devo ringraziare tutti per questo. Il momento più difficile è stato lo sgombero della biblioteca di Discipline umanistiche. Un passaggio per me obbligato, ma la scelta è stata dolorosa». Lo rifarebbe? «In quelle condizioni la scelta era obbligata. Bisogna lavorare affinché non ci si trovi a fare scelte difficili come quella».
La sua elezione ha scardinato le aspettative, l’outsider da cui ci si aspettava grandi cambiamenti. È troppo presto per vederli o ci sono troppi ostacoli?
«È in atto un cambiamento profondo, un’innovazione importante su tanti aspetti. Di tutto questo sforzo qualcosa si vede e qualcos’altro si vedrà nei prossimi anni. Questa è stata la prima fase di semina. Poi le università sono istituzioni che hanno certi tempi di manovra. Ciò che ad esempio stiamo facendo ora sull’offerta formativa partirà tra un anno e i primi laureati si avranno tra quattro. È evidente che c’è anche un tema legato alla semplificazione delle procedure: finalmente agli Stati generali dell’università è arrivata la necessità di un testo unico che semplifichi le norme. E poi in questi due anni abbiamo riorganizzato la macchina, in un contesto in cui le matricole sono aumentate quasi del 10% e abbiamo assunto 290 ricercatori a tempo determinato, il 10% circa del corpo docente».
Ci saranno rimpasti nella squadra di governo?
«A tre anni faremo il punto, al momento non è neppure in discussione».
Su un punto Unibo non ha fatto passi avanti: quello della trasparenza.
«Abbiamo reso accessibile a tutti i dipendenti i riferimenti che vanno negli organi, non è stato facile. Ora il nostro Piano strategico ha un sito web, Alma 2021, che declina tutte le azioni messe in campo, fissa i tempi e rendiconta ciò che sta accadendo. A brevissimo apriremo una sezione di Open Data, una sezione consultabile con i dati più rilevanti che usiamo e saremo il primo Ateneo in Italia farlo. Ci siamo posti anche il tema della visibilità da dare ai provvedimenti disciplinari. Per ora l’abbiamo estesa ai direttori di dipartimento e questo ha richiesto un cambio di Regolamento e di Statuto. Ho fatto un’interrogazione all’Anac per sapere fino a che punto prevale l’interesse pubblico su quello privato. Altro ancora faremo».
Mancano alloggi per gli studenti e aule, come dimostra la denuncia degli studenti di Pedagogia.
«Per le aule ci sono i cantieri del Navile che andranno a compimento entro il mio mandato. Per gli studentati c’è il Piano da mille posti: le proposte di nuovi studentati sono tutte al ministero, in marzo sapremo quali saranno finanziati. Speriamo tutti».
Rapporti con imprese e industrie: è un po’ la cifra del suo mandato. Cosa ci dobbiamo aspettare di nuovo?
«Il nostro compito è aprirci sempre di più al mondo del lavoro. Partiremo con l’attesa laurea in Meccatronica e sta per uscire il bando per Industrativi stria 4.0 del ministero dello Sviluppo economico che prevede cinque centri a supporto delle piccole e medie imprese per la trasformazione digitale. Noi candidiamo Bologna come sede di un hub regionale».
Fondazione Carisbo: è entrato dopo l’iniziale bocciatura che ha fatto scandalo. Come vede dall’interno la cassaforte della città?
«È un attore importante del territorio e come in qualunque istituzione, anche la più sana, il cambiamento e l’innovazione sono indispensabili. Auspico che la Fondazione abbia la capacità di rimettersi in discussione. Qualche segnale c’è».
Si dice che il pallino per la realizzazione del Polo oncologico pubblico-privato voluto da Isabella Seràgnoli al Sant’Orsola sia ora nelle sue mani. C’è qualche novità? «Il Sant’Orsola ha bisogno di una nuova Oncologia e di una nuova Ematologia. Se la soluzione prospettata finora per varie ragioni non è percorribile, individuiamo altre soluzioni. Non riuscire a raccogliere la generosità di Isabella Seràgnoli è un delitto».
In questi ultimi mesi ci sono state le condanne di professori a Ingegneria per i doppi incarchi e l’indagine per i concorsi truccati di Diritto tributario. Due brutte pagine per Unibo non trova?
«Per Ingegneria, detto che dove ci sono illeciti ammini- vanno condannati, bisogna anche aggiungere che la stessa Anac quest’estate ravvisava che sullo stato giuridico del professore, su compatibilità e incompatibilità, ci sia ambiguità normativa che andrebbe chiarita con un provvedimento legislativo. Per Diritto tributario la situazione è ben diversa: in questo caso spero che si arrivi rapidamente al giudizio così potremo dare conto con rigore delle azioni di nostra competenza».
Il suo nome già circola come futuro sindaco.
«Non mi candiderò, sicuro. Mentre mi ritenevo adatto fare il rettore, non credo di avere il carattere giusto per fare il sindaco».
Il 24 novembre inaugura il 930esimo anno accademico, ospite il matematico francese Cédrac Villani. Una scelta certamente non pop.
«Villani è un personaggio molto interessante, vincitore della Fields Medal, che è come il Nobel per i matematici, un personaggio eclettico con una forte cultura umanistica, incarna la mia visione di ricercatore. Coordina il progetto sull’intelligenza artificiale per il governo francese».
La Fondazione Carisbo è un attore importante per la città, auspico che abbia la capacità di rimettersi in discussione