Dell’Agnello, la Virtus e i Gentile «Ale in Italia è come LeBron Le V nere sono da prima fascia»
Sandro Dell’Agnello, oggi coach di Brindisi e una volta protagonista della infuocate sfide Virtus-Juve Caserta degli anni 80-90. Facciamo un tuffo nel passato prima di tornare all’attualità?
«Mi fa ricordare di essere stato giovane. Tempi bellissimi, ma un altro basket per mentalità, logistica e situazioni. Si può dire due sport diversi: all’epoca le squadre come la Virtus, Caserta e tante altre erano fondate su nuclei storici, oggi sono porte girevoli di un albergo».
Un ricordo particolare di quelle sfide?
«Si giocava su campi caldissimi, erano partite estremamente motivanti. Ricordo le sfide di playoff, gare bellissime fra due grandi squadre. Era sempre un piacere affrontare la Virtus». Lo sarà anche domenica? «Per noi sarà una partita delicata, abbiamo raccolto meno di quanto avremmo meritato per una serie di circostanze. Dal calendario che ci ha posto di fronte a tutte le migliori squadre del campionato in questo avvio, agli infortuni. In casa abbiamo tenuto testa a Venezia e battuto Avellino, possiamo essere competitivi con tutti».
Raccogliere meno di quanto meritato e il calendario complicato sono temi comuni anche alla Virtus, che però ci ha messo del suo perdendo partite nelle quali era in ampio vantaggio. Il ripetersi di certe situazioni può diventare una sorta di psicosi?
«Ho già i miei problemi, non voglio addentrarmi in quelli degli altri. Sono sicuro che Ramagli e il suo staff sapranno cosa fare».
Le è mai capitato da giocatore di subire tante rimonte? E come si rimedia a questa situazione?
«Sono cose che possono capitare a tutti. Per fare una battuta è più facile che succeda a una Brindisi piuttosto che a Milano o Venezia che hanno un potenziale tale da poter vincere anche se l’allenatore si addormenta in panchina. Queste situazioni si risolvono con la forza del gruppo e dello spogliatoio. Alla fine se giochi alla pari tutte le partite significa che hai le carte per vincere».
Tornando a Caserta, ha praticamente visto nascere Alessandro e Stefano Gentile quando giocava con papà Nando.
«Erano bambinetti all’epoca, adesso sono due campioni, due giocatori fatti e finiti. Alessandro è il miglior giocatore italiano del campionato, tolto Gallinari fra i 2-3 migliori italiani in assoluto».
Come lo ha visto in questo avvio di stagione?
«Sta facendo sfracelli. Alessandro Gentile sta al campionato italiano come LeBron James alla Nba. Può giocare in tutti i ruoli».
Bologna è il posto giusto per rigenerarlo?
«Sicuramente. Una piazza storica e appassionata che si sta rilanciando, con un proprietario che, da quanto leggo, vuole riportare il club ad alti livelli».
Sarà un derby alla livornese contro Ramagli. Come le sembra la Virtus del suo concittadino?
«Conosco Alessandro da tempo e gli auguro il meglio, ma da lunedì. La Virtus ha un roster di primissimo piano, forse un filino corto ora che è uscito Rosselli. Però ha i due migliori italiani del campionato, Ale Gentile e Aradori, e attorno a loro dei giocatori che hanno fatto Eurolega vera».