Corriere di Bologna

Toyota e l’effetto Gd I timori della Fiom

Occhi puntati sulle elezioni delle Rsu, l’Usb sogna un nuovo colpo Garibaldo: «Sbagliato parlare di populismo»

- Riccardo Rimondi

Archiviato il clamoroso ribaltone della Gd, dove i sindacati di base hanno vinto nel fortino Fiom, la prossima data cerchiata sui calendari delle due organizzaz­ioni è quella di mercoledì 22: quel giorno saranno scrutinati i risultati del voto in Toyota, che partirà lunedì. La storica Cesab di via Persicetan­a Vecchia, acquisita dai giapponesi, ha oltre 500 dipendenti. È tra le prime dieci aziende metalmecca­niche in provincia. È un fortino delle tute blu Cgil: tutti gli eletti dell’ultima Rsu erano in quota Fiom. Uno è uscito l’anno scorso e adesso è in Usb: «Me ne sono andato dopo la firma del contratto nazionale», racconta Rodolfo Saavedra.

Toyota a Bologna è cresciuta velli salariali sono tra i più alti in Emilia-Romagna».

Saavedra però la vede in modo diverso: «Il lavoro è peggiorato di tanto, è calato il tempo per completare ogni fase. Non si può, in cambio dei soldi, peggiorare le condizioni di lavoro delle persone». Sul verdetto delle urne i pronostici sono opposti: «Noi abbiamo oltre 120 tesserati, loro 36. I lavoratori stanno con noi», assicura Sicilia. Saavedra sogna di ripetere il colpaccio della Gd: «Ho molta fiducia, per me sarebbe il massimo».

Di certo la prossima settimana i sindacati di base entreranno per la seconda volta in una delle prime dieci aziende metalmecca­niche di Bologna.Sintomi di uno «smottament­o», come auspicano dall’Usb, o casi isolati, come si pensa in Fiom? Per Francesco Garibaldo, direttore della Fondazione Sabattini ed ex segretario provincial­e delle tute blu Cgil, è presto per dirlo: «Gd è stata un specifico. Tutte le consideraz­ioni generali per ora sono opinabili — ammonisce lo studioso —. Certamente è stata avvertita dai lavoratori una minore disponibil­ità all’ascolto». Su una cosa le tute blu Cgil e le sigle confederal­i hanno sbagliato, dopo la sconfitta in Gd: «Non credo che aiuti qualificar­e il voto come populista. Il voto è un voto, dentro ci sono le motivazion­i più diverse».

In questo senso la risposta delle sigle può essere una sola: «Il sindacato deve tornare ad ascoltare la gente. È capitato a tutti di fare un accordo che viene respinto. Un sindacalis­ta non è un leader politico che deve guidare il popolo, è un rappresent­ante che deve tenere conto dei suoi rappresent­ati». Sull’Usb e sui suoi metodi radicali il giudizio non è tranchant: «Nella logistica ha coperto un buco che esiste anche per responsabi­lità del sindacalis­mo confederal­e. Prima di mettermi a fare le scomuniche ci penserei».

Allargando lo sguardo alle altre aziende, il terremoto Gd sembra ancora un segnale isolato. Quasi ovunque, nelle realtà con oltre 300 dipendenti, le Rsu sono dominate dalla Fiom. In Lamborghin­i, dove all’ultima tornata le tute blu Cgil avevano conquistat­o il 96% dei voti, Usb ha raccolto alcuni tesserati ma non abbastanza da presentare una lista per le prossime elezioni. In Ducati via Marconi è tornata maggioranz­a assoluta, in Marposs ha quasi tutti i delegati. Usb è molto forte in tre aziende: oltre a Toyota e Gd è l’unica organizzaz­ione presente alla Perini di Calderara con 87 iscritti. Per il piccolo sindacato di base i tesserati portano i soldi necessari a fare attività sindacale. E a strutturar­si, pagando i distacchi dei delegati.Provando a portare via altre tessere e aziende alla Fiom. Su questo si giocherà la partita nei prossimi mesi.

I «fortini» Le tute blu Cgil sono ampia maggioranz­a nella gran parte delle aziende più grosse

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