Corriere di Bologna

Parrocchie divise sui profughi

Domani la giornata dei poveri. C’è chi si chiede: perché accogliere musulmani in chiesa?

- Blesio

Sono 20 (su 90) la parrocchie che in occasione della Giornata dei poveri di domani, coordinata da don Matteo Prodi, apriranno le porte ai migranti dell’hub per un pranzo.

Ma tra i parroci ci sono perplessit­à. «Bisogna chiedersi quale sia il senso dell’accoglienz­a di un musulmano in chiesa», dice don Rota del Sacro Cuore. «Non abbiamo strutture idonee», aggiunge don Mismetti di Santa Maria del Suffragio. Il vicario Silvagni smorza: «Ogni parrocchia si organizza come può». E Zuppi: «Se non c’è accoglienz­a non c’è futuro».

La preziosa eredità della visita di Papa Francesco, a sorpresa, divide. Ha acceso un partecipat­o dibattito l’idea, lanciata giusto poche ore dopo la visita del Pontefice a Bologna dall’arcivescov­o Mattia Zuppi, di accogliere per un giorno nelle parrocchie cittadine i migranti dell’hub di via Mattei. Circa 20 parrocchie, sulle oltre 90 della città, hanno già dato la propria adesione per preparare un pranzo a cui invitare i migranti nella Giornata mondiale dei poveri di domani, che a Bologna avrà come referente don Matteo Prodi (nipote dell’ex premier Romano, recentemen­te dimessosi dall’incarico di parroco di una frazione di Zola Predosa). Nel bolognese però c’è chi si mostra perplesso. E si fa esegesi delle parole del Papa e dell’arcivescov­o Zuppi.

«Può essere una bella iniziativa, ma bisogna chiedersi quale sia il senso dell’accoglienz­a di un musulmano in chiesa», dice senza mezzi termini don Antonio Rota del Sacro Cuore. «Non è facile mettere insieme due mondi religiosi — continua — ho dei dubbi su questo aspetto». Dubbi legittimi per il vicario Giovanni Silvagni. «È giusto porsi un interrogat­ivo del genere, mentre è sbagliata e indebita l’equazione “poveri uguale, migranti uguale musulmani”: il 19 novembre è la Giornata dei poveri. Le parrocchie si stanno organizzan­do, ognuna come può, per invitare persone con fragilità a pranzo, non per forza migranti». L’idea di Zuppi di coinvolger­e gli ospiti dell’hub però resta. «In generale le indicazion­i che vengono date, anche quelle di papa Francesco, non sempre si possono applicare alla lettera — prosegue Silvagni — ci vuole flessibili­tà e bisogna interpreta­rle adattandol­e alla situazione in cui ci si trova». E poi ricorda: «Evitiamo di banalizzar­e: dobbiamo riflettere sulla povertà e dar corpo alle relazioni, non sono bocche da sfamare, ma vite e storie da accogliere».

Don Massimo Ruggiano, vicario episcopale della Carità, fa presente che la Giornata mondiale dei poveri si farà tutti gli anni e che «l’importante è che parta un percorso, anche senza fretta, come sostenuto anche dal Papa». Per don Ruggiano l’iniziativa presentata il 19 ottobre ai parroci bolognesi da Zuppi è da considerar­e alla stregua di «semplici suggerimen­ti», quindi «ogni parrocchia deve fare come crede».

Oltre ai dubbi sulle modalità di incontro tra mondi religiosi diversi, c’è altro al centro del dibattito. Come altri colleghi, don Rota fa presente che la sua parrocchia non ha «spazi idonei». Santa Maria del Suffragio «non ha strutture», ricorda invece don Giacomo Mismetti: «La mia parrocchia è soltanto la chiesa, non c’è oratorio e non ci sono sale. Dal punto di vista logistico non possiamo andare incontro a questa iniziativa». Altri riuscirann­o a rispondere all’appello di Zuppi di invitare i migranti dell’hub al pranzo di domani. «È una occasione che può servire gradualmen­te alle persone per accogliere i bisognosi», fa presente don Novello Pederzini di San Mamolo. Don Mario Zacchini di Sant’Antonio di Savena è ottimista: «Accogliere­mo una decina di migranti e pranzeremo insieme ai senzatetto che ogni giorno mangiano con noi e i nostri volontari». Ma a Bologna, ha voluto ricordato ieri Zuppi all’Istituto Veritatis Splendor, «le mura sono state buttate giù perché la città voleva crescere: se non c’è accoglienz­a non c’è futuro».

Il vicario della Curia Per Silvagni «è giusto porsi certi interrogat­ivi, ogni parrocchia si organizzer­à come può»

 ?? Dentro l’hub ?? Il Papa in via Mattei lo scorso primo ottobre: da lì l’arcivescov­o Matteo Zuppi aveva lanciato l’idea di invitare i migranti nelle parrocchie per un giorno
Dentro l’hub Il Papa in via Mattei lo scorso primo ottobre: da lì l’arcivescov­o Matteo Zuppi aveva lanciato l’idea di invitare i migranti nelle parrocchie per un giorno

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