«Il parco di Farinetti? Una distopia»
Nella battaglia del trasporto pubblico verso Eataly World, la navetta dedicata Ficobus vince in velocità, ma perde (complice il prezzo) sul fronte delle preferenze dei viaggiatori. Se si vuole raggiungere il Caab dalla stazione, Ficobus impiega circa quaranta minuti in meno tra andata e ritorno del bus 35, facendo risparmiare al turista circa metà del tempo. Ma costringendolo a spendere di più.
Salendo su Ficobus in stazione ci vogliono poco più di venti minuti per arrivare al parco agroalimentare, la linea 35 ne impiega circa 33 fino alla fermata Caab su viale Fanin. Da lì un piccolo cartello segnala il percorso pedonale verso per l’entrata di Fico: 10 minuti, 15 se non si va a passo veloce, anche perché il tragitto non è diretto. Dopo aver oltrepassato i caselli del Caab non si può attraversare subito perché le carreggiate sono divise dai new jersey. «Avevamo controllato il percorso su Google maps, ma ci aspettavamo delle indicazioni più chiare», racconta Valentina, studentessa, che cerca la direzione giusta appena scesa dal bus 35.
Nonostante la scomodità maggiore rispetto alla navetta dedicata, la linea 35 sembra però la scelta preferita. Solo gli anziani, a detta dei controllori sul bus, prediligono Ficobus vista la comodità di ritrovarsi direttamente all’entrata del parco: «Oscar Farinetti ha evocato una visione distopica del futuro, piuttosto che un omaggio al ricco patrimonio e alla cultura del cibo italiano». In passato ha esaltato Bologna come «capitale gastronomica», ma stavolta il Guardian riversa molti dubbi su Fico. Per il giornale inglese, che ieri ha pubblicato un articolo sul parco agroalimentare, visitare Fico è come «entrare in un megamart statunitense». Dietro il progetto si rivela «una cultura del consumo di massa», scrive ancora il quotidiano, che si interroga sul «senso di un progetto che si pone in diretto contrasto con il fascino tradizionale della gastronomia italiana».