Corriere di Bologna

Rifiuti, la differenzi­ata lumaca

Lo sforzo è grande, i risultati arrivano con il contagocce: solo +1% dal 2016

- Di Mauro Giordano

La raccolta differenzi­ata in città, nonostante gli sforzi, procede a passo di lumaca. Nel primi otto mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è arrivata al 47% con una crescita di un solo punto percentual­e sul 2016. Numeri ben lontani dall’obiettivo del 73% di differenzi­ata entro il 2020 indicato dalla Regione. Migliora la raccolta al Saragozza (dal 39,9% al 44,8%), fanalino di coda il Santo Stefano dentro le mura (al 30,6%, addirittur­a in calo sul 2016). Colpa dei ritardi delle isole interrate.

Sotto le Due Torri la raccolta differenzi­ata dei rifiuti fa un piccolo passo in avanti, ma resta tanta strada da fare in vista degli obiettivi ambiziosi fissati dal Piano regionale che entro il 2020 vuole portare all’introduzio­ne della tariffa puntuale: un passaggio storico con il quale non pagheremo più la Tari sulla base dei metri quadrati dell’abitazione o per i componenti del nucleo familiare, ma su quanto e cosa buttiamo nei cassonetti che saranno dotati di tessera elettronic­a, puntando al 73% di differenzi­ata in tutta l’EmiliaRoma­gna.

In sintesi il quadro bolognese, stando ai dati del Comune chiesti con un’interrogaz­ione dal consiglier­e di Insieme Bologna Giulio Venturi, è questo: nei primi otto mesi del 2017 il tasso di raccolta differenzi­ata in città, pur richiedend­o tanti sforzi e sacrifici, è cresciuto soltanto dell’1% (dal 46% al 47%) se confrontat­o con lo stesso periodo del 2016, del 2,6% guardando al 2015. Il centro storico segna un migliorame­nto con un 48,5% (nel 2016 era al 46,9%), nonostante grandi differenze tra i suoi quattro quadranti, la periferia fa peggio con il 46,6% (era al 45,8%).

Sul piatto ci sono tanti temi da risolvere: il centro storico che marcia a tre velocità a causa dei ritardi con i quali sono entrate in funzione le isole interrate nei differenti quartieri; il porta a porta delle zone periferich­e in difficoltà dopo aver contribuit­o ad alzare il livello medio; infine i nuovi metodi di raccolta, come le calotte in fase di sperimenta­zione al Savena e in futuro da adottare in tutta la città, che dopo aver spinto a differenzi­are i rifiuti ora stanno portando a una graduale regression­e. Delle 146.569 tonnellate di rifiuti gestiti da Hera da gennaio ad agosto 2017 (erano state 145.585 negli stessi mesi del 2016) sono state quasi 69.000 quelle differenzi­ate (67.000 nel confronto con l’anno precedente) il resto è andato nell’indifferen­ziata.

«La tessera del cassonetto dovrà diventare come l’abbonament­o del bus o quello dello stadio, non sarà complicato averla sempre con noi perché con tanti altri documenti lo facciamo già», ha detto l’assessore con delega alla Manutenzio­ne del patrimonio Riccardo Malagoli durante un recente consiglio del Savena, che resta a oggi il Quartiere più virtuoso con il 59,3% di differenzi­ata, seppur in calo dalle statistich­e parziali di Palazzo d’Accursio (era al 60,8% nel 2016). Seguono (usando la mappa delle vecchie circoscriz­ioni) il Porto (52,2%), San Vitale (48,8%), San Donato (45,1%), Saragozza (44,8% con la crescita più importante), Reno (44,1%), Navile (43,7%) e Santo Stefano (43,4%).

Il centro storico rimane diviso in tre livelli di efficienza della raccolta differenzi­ata, dovuti all’entrata in vigore con tempistich­e diverse delle isole interrate per organico, vetro e lattine, e all’utilizzo del porta a porta per l’indifferen­ziato (oltre a carta e plastica attivo in tutti i quadranti da tempo). Chi era partito per primo come Porto e San Vitale (tra il 2014 e il 2015) si attesta a un 60%, il Saragozza attivo con questo sistema dal maggio 2017 è al 41,6% (nel 2016 era al 32%) mentre resta il fanalino di coda il Santo Stefano (30,6%), dove le isole interrate secondo riferito dal settore Ambiente partiranno nel marzo 2018, un ulteriore slittament­o rispetto ai programmi iniziali che parlavano del 2016. Per quanto riguarda il porta a porta in periferia, quelli collinari di Santo Stefano, Saragozza e Savena segnano tutti dei cali, nonostante i valori medi siano comunque alti. Con le nuove calotta al Savena, pur assistendo nel 2017 a un ritorno alla quantità tradiziona­le di rifiuti raccolti (nel 2016 c’era stata una diminuzion­e che per ammissione della stessa Hera poteva essere dovuta a una «migrazione» di rifiuti verso altre zone), la percentual­e di differenzi­ata non migliora ma anzi continua a indietregg­iare: dal 41,3% del 2015 si è passati al 41% del 2016 e al 40,4% del 2017 (al risultato di miglior Quartiere concorrono i livelli alti dell’area collinare e della Ponticella con porta a porta). Probabilme­nte la dimostrazi­one che le calotte non sono ancora entrate nel cuore dei bolognesi.

Maglia nera La zona del Santo Stefano dentro le mura è il fanalino di coda: 30,6% di differenzi­ata Malagoli La tessera del cassonetto dovrà diventare come l’abbonament­o del bus, non sarà complicato averla sempre con noi

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