Corriere di Bologna

Travolge un ciclista, poi fugge: arrestato

La vittima, 64 anni, stava rincasando. L’investitor­e è accusato di omicidio stradale

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Stava pedalando verso casa quando un’auto lo ha travolto e ucciso. Subito dopo il conducente è fuggito. L’uomo, un 64enne marocchino, è stato soccorso ma è morto poco dopo. Dopo l’allarme di una residente, i carabinier­i hanno effettuato posti di blocco. Quarantina di minuti l’investitor­e, un operaio 25enne di Camugnano, è tornato a piedi sul luogo dell’incidente. è stato arrestato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Era negativo all’alcol test.

Si distrae alla guida, travolge un uomo in bicicletta e fugge via. Dopo una quarantina di minuti torna a piedi sul luogo dell’incidente, probabilme­nte per accertarsi delle condizioni dell’uomo che ha investito, ma è troppo tardi. Per il ciclista non c’è più nulla da fare, dopo la carambola è morto sul colpo.

A bordo dell’auto, una Citroen, c’era un operaio 25enne di Camugnano che è stato arrestato per omicidio stradale e omissione di soccorso (ora è a disposizio­ne del pm Augusto Borghini). La vittima è Kbir El Birech, un 64enne marocchino ma da molti anni residente a Grizzana Morandi con la moglie e due figli: era a qualche metro da casa a bordo della sua bicicletta e probabilme­nte non ha avuto neanche il tempo di accorgersi dell’auto che stava arrivando alle sue spalle. L’urto e poi il botto: una signora che abitava lì vicino si è affacciata alla finestra e si è accorta dell’uomo a bordo strada, immobile, è andata in strada per vedere cosa fosse accaduto. L’auto non c’era già più. L’uomo era in gravi condizioni a terra, la signora ha avuto il tempo di chiamare i carabinier­i e i soccorsi, ma quando i sanitari del 118 sono arrivati in via Ponte, non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 64enne.

Sull’asfalto della provincial­e oltre alla bicicletta, distrutta, c’erano alcuni pezzi dell’utilitaria e così i carabinier­i di Vergato hanno bloccato tutte le strade in lungo e in largo fino a sei chilometri di distanza e hanno fermato tutte le auto della zona. Mentre stavano facendo i rilievi del caso hanno notato il ragazzo, arrivato fin lì a piedi. Sospetti confermati dopo poco perché il 25enne, incensurat­o, aveva parcheggia­to a qualche metro l’auto incidentat­a. «Non l’ho visto», avrebbe detto disperando­si. La dinamica dell’incidente e cosa possa aver portato l’operaio a distrarsi, è al vaglio degli inquirenti. Il giovane operaio è stato sottoposto al test alcolemico, che ha avuto esito negativo. Ora si attendono i risultati degli altri esami del sangue per escludere l’assunzione di sostanze stupefacen­ti.

E in occasione della «Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada», che si celebra oggi, la Polstrada ha segnalato che nel 2016 sono stati rilevati 417 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 9 vittime e 738 feriti, il 71 % in meno rispetto ai 32 decessi registrati nel 2001. Sempre più distratti alla guida dall’uso di un cellulare, ma resta alto il numero di incidenti causato anche dal mancato rispetto della precedenza, dalla velocità troppo elevata e dalla guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacen­ti.

Proprio su questo punto ha fatto un appello Marta Dibenedett­o, sorella della 29enne travolta e uccisa in Tangenzial­e la sera del 14 aprile da un 23enne ora agli arresti domiciliar­i, che quella sera guidava ubriaco e sotto l’effetto di cannabis: «Più passa il tempo e più aumenta il dolore, così come il dispiacere perché i giovani non capiscono: bevono e si drogano ma decidono di guidare. Dopo mia sorella ho perso per gli stessi motivi due cari amici. Bisogna pensare che si mette a repentagli­o la vita di chi non c’entra nulla, come mia sorella».

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