Corriere di Bologna

BOLOGNA, RIMINI, ROMA E OSTIA I FORUNCOLI NON SONO METASTASI

- Luigi Santi, RIMINI © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA

Faccio parte di quella categoria che si chiama pendolari, infatti vado su e giù tra Rimini e Bologna, conosco bene tutte e due le città e quindi mi perdonerà se mi riferisco ad entrambe, anche se in questi giorni sentiamo tanto parlare di Roma, cioè della nostra capitale e di Ostia dove c’è il mare come a Rimini. Bologna non è più la stessa: c’è la violenza, vedi il caso della Montagnola, e penso che sarebbe bene ci si preoccupas­se di fermare la situazione prima che sia troppo tardi. Pure a Rimini la situazione non è messa bene, poiché mi ricordo di classifich­e che l’hanno collocata in testa per i reati. Caro Santi, al tempo. Prendo per buono il suo appello, perché prevenire e comunque curare una malattia prima che diventi irreparabi­lmente grave è un dovere non negoziabil­e. L’altro dovere sta nel non sbagliare la diagnosi e quindi la terapia. All’errore diagnostic­o segue inevitabil­mente l’uso maldestro dei farmaci, con corollario di effetti negativi. Intendo dire che se il medico, cioè la politica, vede un quadro non realistico, sarà indotto a varare programmi e iniziative non coerenti all’effettiva situazione. Non si possono affrontare i malesseri di una città come se fossero mali terminali. Riassumo, caro Santi: non se la prenda se le dico che la sua diagnosi è sbagliata per eccesso. Bologna non è Roma e Rimini non è Ostia. Da riminese lei sa benissimo che il mare non è confinato dietro un muro, e che tutti possono andare liberament­e a passeggiar­e sulla battigia e a farsi il bagno. Come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte, ma a Ostia la vista del mare è preclusa e l’occhio non può godere di uno spettacolo offerto gratis dalla natura. Quanto a Bologna, che lei conosce part time, non scherziamo: i guasti di quella che è stata chiamata Mafia capitale sono ben lontani dalle Due Torri. Per fortuna. Ciò non toglie che sia meglio vigilare, appunto per prevenire. Ma è ingiusto, più ancora che sbagliato, dare giudizi sommari tali da mortificar­e la realtà di una città che sta vivendo un’intensa fase di rilancio. Il cui vero merito, voglio sottolinea­rlo, va all’intraprend­enza e al lavoro dei bolognesi ben più che alla politica. Una politica che perde troppo tempo nelle lotte interne. Che si mostra ondivaga nei programmi e nelle scelte e senza una leadership carismatic­a. Purtroppo è lunga la sequenza di promesse non mantenute o realizzate con troppo ritardo. Il quadro complessiv­o, tuttavia, vede in Bologna una città invidiabil­e, mentre oggi nessuno può invidiare Roma. Certo, la vita quotidiana ci mostra vari difetti quasi endemici, che hanno un simbolo: piazza Verdi. Ma sono foruncoli, non metastasi. Non sono mali incurabili. Bastano dei farmaci da banco. superava gli oceani, si dilatava nel mondo.

Ed a me, che continuo ad amarla, non interessa il colore politico di chi l’amministra. Se le istituzion­i hanno le targhe nei portoni e i partiti le bandiere ai balconi per differenzi­arsi, gli uomini hanno il cervello. Ciò dovrebbe fare la differenza; ma così non sembra.

Caro sindaco, gentile questore, pregiatiss­imo signor prefetto. Se fosse possibile vi denuncerei in ordine sparso , e per ognuno di voi chiederei non essere scambiato per un compratore di fumo , stare all’erta per non essere coinvolto in risse violente e destreggia­rmi tra la gente per non pestare sfilze di sacchi a pelo e letti di cartoni che invadono l’affascinan­te (un tempo..) centro storico. Ma, soprattutt­o non posso più sedermi qualche minuto in una panchina della Montagnola, in un bar di piazza Verdi, lungo il poggiolo di Palazzo Bentivogli­o senza essere circondato da orde di spacciator­i, eroinomani, prostitute, truffatori, delinquent­i, scippatori, ladri di biciclette e forse anche criminali. Che tristezza; Ma la mattina, signor prefetto, signor questore, signor sindaco, quando vi alzate vi ricordate almeno qual è il vostro compito istituzion­ale? E soprattutt­o, qual è il vostro dovere verso noi cittadini onesti?

Ogni tanto dovresti fare una «ripassatin­a» ai test che avete superato per ricoprire tali cariche. Con affetto

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