Corriere di Bologna

«Nella nostra Bassa violenta e gotica ho immaginato Igor prima che colpisse»

- Luciana Cavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Casolari sperduti, fienili abbandonat­i, distese di campi, le nebbie più dense del buio, e «la consapevol­ezza che quando gridi dentro casa non ti sente nessuno». Se la Bassa è teatro di delitti che non trovano soluzione è, per tante ragioni, anche ambientazi­one per i romanzi più neri. Anzi «gotici», come quelli di Barbara Baraldi, che ammette: «La nostra campagna, quella dove per altro vivo io, è gotica per definizion­e, uno stato d’animo».

Baraldi, malinconia che si trasforma in paura?

«Quando capitano questi delitti, quel territorio che si espande a perdita d’occhio e guardavi con amore, diventa luogo dove l’assassino può nasconders­i e riemergere indisturba­to. È fonte di dubbio e terrore».

Anche l’assassino del suo romanzo «Aurora nel buio» si nasconde tra torrenti, anfratti e casolari della Bassa...

«Proprio come Igor... Ma l’avevo scritto prima di quegli eventi. Mi sono venuti i brividi. Lo stesso romanzo parla del delitto di una donna». Anche quello un mistero? «Sì, ma alla fine l’assassino viene arrestato. Spero finisca così anche nella realtà».

La Bassa è sempre stata così inquietant­e?

«La campagna è violenta, fatta di prede e predatori. Una volta c’era l’abitudine di sgozzare i maiali, e le urla degli animali si sentivano a distanza di chilometri».

Sono i suoi ricordi di bambina?

«Ricordo anche di nonne che raccontava­no storie terrifican­ti, di macabri rapimenti, di sparizioni di bambini mai più ritrovati. Era un modo per insegnare ai più piccoli di non aprire le porta agli sconosciut­i. Probabilme­nte quelle sparizioni erano avvenute davvero. E ci sono lunghi periodi in cui non piove mai, ti senti abbandonat­o anche dalle nuvole. Finché si fantastica, tutto questo può avere il suo fascino...». E se l’orco spunta davvero? «Se si dilegua, la paura invece non va più via. Bologna, poi, sembra votata al mistero».

Lei di misteri nella nostra città ne ha trovati almeno 101: ci ha scritto un libro.

«Uno dei più eclatanti è il delitto Coltelli del 1882: un gioiellier­e trovato morto in casa. Nessun segno di effrazione, accanto a lui una ragazza seminuda e un martello insanguina­to. La prima sospettata. Ma non era stata lei. Poi c’è il delitto Murri del 1902. A tutt’oggi c’è il dubbio che Tullio Murri , indicato come assassino del conte Bonmartini sia stato un capro espiatorio per coprire qualcun altro».

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