L’inno alla vita di Giusy Versace va a teatro
Al Duse da mercoledì lo spettacolo in cui l’atleta paralimpica racconta se stessa
«Questo spettacolo è un inno alla vita». Giusy Versace il 29 novembre presenterà al Duse Con la testa e con il cuore si va ovunque, tratto dalla sua autobiografia omonima uscita per Mondadori (ore 21, info 051/231836). Nella sua vita «c’è un prima e c’è un dopo». Figlia di Alfredo Versace, cugino di Donatella, Santo e Gianni, lavora nella moda fino al 2005, quando un incidente in auto le strappa entrambe le gambe a 28 anni. Comincia la seconda vita. Con Andrea Nobili del centro protesi di Vigorso di Budrio compie i primi passi, inizia a praticare atletica, nel 2014 vince Ballando con le stelle, continua a correre e il suo apice è la finale dei 200 metri ai Giochi paralimpici di Rio. E ora, uno spettacolo. Diretto da Edoardo Sylos Labini. Con lei, Raimondo Todaro, il ballerino con cui ha vinto a Ballando con le stelle, e il cantante Daniele Stefani. E solo per Bologna, la partecipazione del coro Santi Giuseppe e Ignazio, diretto da quell’Andrea Nobili che l’ha rimessa in piedi. Giusy è un fiume in piena e ogni parola è vita pura. «Non sono un’attrice — racconta— ho iniziato nel modo più difficile: raccontare me stessa. Ma questo lavoro è una botta di vita. Tanti mi chiedono: sarà adatto per mio figlio di 10 anni? Certo. Ci sono anche episodi che fanno ridere». E il palco non aiuta. «Non sapevo li facessero in pendenza!». Giusy non ha paura di svelare le difficoltà. «La gamba dopo un po’ si muove. Nel senso che tende a staccarsi. Devo fare la disinvolta, ma il rischio che parta c’è». Cosa che peraltro è accaduta mentre ballava in tv con Todaro, ma continuò disinvolta. Non usa mai la parola protesi. Lo ha urlato anche a Sylos Labini in un momento di tensione durante le prove. «Mi ha detto una cosa bellissima: ha lavorato meglio con me che con le attrici di professione. Questo perché ho una disciplina da atleta. Per me è stato un regista e un coach. Ma a volte c’è stata tensione. Un giorno gli ho urlato: ti ricordi o no che ho le gambe finte?». Gambe finte, dice ironica, ne ha più paia. «Una per ogni occasione». Non sottovaluta il peso della tragedia e «la fede mi aiuta». È stata anche al Liceo Galvani. Molte domande vertevano sul senso della tragedia. Lei ha risposto che ha conquistato tante belle cose. Gran parte del ricavato dello spettacolo sarà devoluto all’associazione Disabili No Limits onlus che lei dirige. E in futuro cose bollono in pentola. «Un Mago di Oz in cui Dorothy ha gambe magiche» con Sylos Labini, una fiaba per bimbi dal suo libro e forse uno speciale di Ballando con le stelle.