La Breda è in crisi? Secondo i grillini servono stagisti
Sgravi fiscali per le imprese «storiche» e stagisti in fabbrica: sono le richieste che il Movimento 5 Stelle fa al governo per aiutare a uscire dalla crisi lo stabilimento di via San Donato, dove su 154 operai un’ottantina è ancora in cassa integrazione. Intanto i dipendenti sperano di tornare al lavoro a dicembre.
Sgravi fiscali ad hoc e studenti in stage per salvare la Breda. È la ricetta che il Movimento 5 Stelle ha affidato a una mozione, depositata alla Camera qualche giorno fa e firmata da 20 parlamentari pentastellati, tra cui i bolognesi Matteo Dell’Osso e Paolo Bernini. Proposte arrivate alla vigilia di quella che forse sarà la settimana decisiva per lo stabilimento di via San Donato e, in generale, per Industria Italiana autobus, nata a inizio 2015 dalla fusione tra la Bredamenarinibus e l’ex Irisbus. Martedì ci sarà un incontro al Ministero dello sviluppo economico e lì i sindacati sperano di sapere quando ripartirà la produzione.
Intanto i grillini pressano l’esecutivo perché riprenda in mano il dossier Breda: «È decisamente una delle realtà di cui l’Italia può o meglio potrebbe vantarsi a dispetto degli altri Paesi, ma il pozzo dell’oblio e della noncuranza sono gratuiti e senza fondo», scrivono. Motivo per cui serve un maggior impegno di Roma. Tra gli interventi suggeriti c’è quello di pensare agevolazioni fiscali «per aziende storiche e fortemente radicate sul territorio, che si trovano in condizioni di crisi produttiva». Ma anche gli studenti, per i grillini, possono dare una mano come stagisti. E si chiede al Ministero dell’Istruzione di promuovere un progetto «al fine di garantire una presenza in azienda di giovani delle scuole medie superiori e di studenti universitari, in qualità di stagisti, con il compito di affiancare le maestranze presenti e coadiuvare l’opera storica della Breda».
Ma oggi la maggioranza di quelle maestranze è in cassa integrazione. Per il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani sono un’ottantina le tute blu ancora a casa, su 154 dipendenti: «Devono riprendere tutti a lavorare a pieno regime da dicembre», tuona il sindacalista. Negli ultimi giorni qualcosa si è mosso: «Sta arrivando materiale spiega Papignani -. Ma rimane molta diffidenza e una caduta di credibilità che per essere recuperata ha bisogno di fatti». Il segretario degli operai Cgil resta tiepido sulle proposte dei grillini: «Altro che sgravi, se facciamo un raffronto con i soldi dati quelli proposti sono briciole: occorre un altro assetto». Mentre sugli studenti in fabbrica il discorso è prematuro: «Siamo pronti a un accordo scuola-lavoro come quello della Lamborghini o Ducati, ma qui stiamo parlando di modeste dimensioni: il tema va visto guardando l’intera Iia (Industria italiana autobus, ndr). E prima di ragionare su questo deve riprendere la produzione, devono lavorare tutti quelli che oggi sono a casa con grandi sacrifici». La speranza di Papignani è che in Breda la produzione riprenda a inizio dicembre: «Non accetteremo più ammortizzatori sociali, a Bologna le commesse ci sono e bisogna lavorare». Attualmente, gli autobus commissionati sono oltre 400. E per la Fiom altre commesse potrebbero arrivare nei prossimi giorni.