Blocco rossoblù
Il centrocampo decisivo nei successi: con Poli, Pulgar e Donsah il Bologna vola Poi c’è Mbaye a blindare la difesa E dopo il gol, tocca al rinnovo di contratto Tutti i segreti dello sprint di novembre
E ora chiamatelo «Ibra l’amuleto», anche se la fortuna c’entra poco o nulla. Contro la Sampdoria Ibrahima Mbaye ha confermato le sue statistiche più che positive e ad impreziosire il tutto è arrivato anche il gol: con il terzino senegalese in campo il Bologna continua a non subire gol su azione (l’unica rete subita dai rossoblù con lui in campo è il rigore causato proprio da Mbaye contro l’Inter) e il tassametro ora è arrivato a 547 minuti. Una statistica che ne genera un’altra, davvero impressionante: fin qui in questa stagione Mbaye ha giocato per sette volte più di un tempo e in quelle sette partite il Bologna ha racimolato 19 dei 20 punti che ha in classifica, tutte le sei vittorie e il pareggio contro l’Inter. L’unica gara in cui i rossoblù hanno fatto punti senza il senegalese è Bologna-Torino 1-1, alla prima di campionato (nelle altre cinque occasioni altrettante sconfitte contro Napoli, Atalanta, Lazio, Roma e Crotone), mentre l’unica presenza di Mbaye che non ha portato punti è quella di Firenze, quando però entrò al 76’ con i viola già avanti 2-1. Contro la Sampdoria la partita di Mbaye è stata da vero dominatore e non solo per l’imperioso stacco che ha generato la zuccata del 2-0: otto palloni respinti (meglio solo De Maio, dodici), cinque duelli e tre contrasti aerei con un eloquente 100% di successi.
Uscendo dai freddi numeri si può serenamente dire che le ha prese tutte lui, specie nella ripresa quando la Sampdoria con l’uomo in più attaccava ma sbatteva continuamente sul muro del Bologna. In fondo Mbaye con i blucerchiati sembra avere un conto aperto, dato che sabato ha segnato il suo terzo gol in A in 68 partite e tutti e tre sono arrivati contro la Samp: gli altri due risalgono a marzo 2014, una doppietta in Sampdoria-Livorno 4-2 quando con la maglia dei toscani Mbaye bucò per due volte sotto misura, una di testa e una di piede, l’allora portiere doriano Angelo Da Costa.
Con la rete di sabato Mbaye ha posto fine anche a un digiuno lungo quasi due anni, quello dei gol su corner da parte del Bologna: l’ultimo infatti era datato 12 dicembre 2015 contro l’altra genovese, il Genoa, e lo segnò Luca Rossettini a Marassi nei minuti di recupero per conquistare tre punti d’oro. C’era già in panchina Donadoni, che stava risalendo la classifica, mentre ora il tecnico probabilmente sta vivendo il momento migliore da quando è in rossoblù, sicuramente a livello di classifica: una posizione in cui c’è anche lo zampino di Mbaye, che nonostante tante (troppe) panchine sembra finalmente aver guadagnato una maglia da titolare.
È un ragazzo che sa farsi voler bene, Ibra, che sogna il Mondiale conquistato dal suo Senegal e che ieri su Instagram si è preso i complimenti di molti compagni di squadra che hanno postato foto insieme a Mbaye: dall’amico fraterno Mirante, che ha persino commentato in francese («une belle victoire») per sottolinearne l’importanza, a Pulgar che in spagnolo gli ha scritto «Feliz por ti, hermano». Fratelli rossoblù e di contratto, perché sia il cileno che Mbaye sono in scadenza a giugno 2019: due protagonisti di questo Bologna che stupisce e due trattative che entro breve dovranno entrare nel vivo. I primi approcci con Mbaye sono stati negativi, perché l’idea iniziale del Bologna è quella di abbassare l’attuale ingaggio (700.000) a 550.000 euro più bonus allungando il contratto fino al 2021 o 2022: una proposta che ha lasciato freddino l’agente e padre adottivo del giocatore Giuseppe Accardi. Se ne riparlerà, anche perché perdere l’amuleto Mbaye per il Bologna sarebbe un vero e proprio delitto.