Urbanistica, ultimi ritocchi La partita è tra Pd e sinistra
Dopo mesi di discussione, confronti con sindacati, imprenditori e ambientalisti, 16 riunioni della commissione territorio e ambiente, 60 emendamenti approvati sugli oltre 200 presentati, la nuova legge urbanistica regionale arriva in aula il prossimo 19 dicembre. L’obiettivo alla portata è approvarla con l’astensione benevola della sinistra che, però, si attende ulteriori modifiche dalla giunta guidata da Stefano Bonaccini.
C’è voluta moltissima pazienza se si considera che la giunta regionale ha approvato la legge regionale sull’urbanistica lo scorso 28 febbraio, ma dopo un lunghissimo iter la normativa approda finalmente in aula e verrà discussa e votata il prossimo 19 dicembre. La decisione è stata presa ieri al termine di un confronto serrato nella riunione dei capigruppo di Viale Aldo Moro: la calendarizzazione della legge per il prossimo 19 dicembre consentirà di approvarla di sicuro entro l’anno e dunque permetterà alla normativa di entrare in vigore dal primo gennaio del 2018. Non era facile trovare posto nell’agenda della Regione, perché in quelle settimane verrà votato dall’aula anche il bilancio 2018 che la giunta dovrebbe licenziare nella giornata di oggi.
La nuova normativa sull’urbanistica prevede il consumo di suolo a saldo zero e disciplina la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli edifici e gli interventi sismici. Diciamo subito che il testo che approda in aula è diverso da quello che era entrato in commissione. Perché nelle 16 sedute che la commissione Territorio, ambiente e mobilità ha dedicato al tema sono stati accolti 60 emendamenti sui 202 che erano stati presentati dai consiglieri regionali e si tratta di modifiche che sono frutto del lungo dibattito con le associazioni ambientaliste, i sindacati e le associazioni imprenditoriali.
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Donini, contava di portare la legge in approvazione all’inizio di dicembre ma poi ci si è presi altre due settimane per tentare un ultimo tentativo di mediazione con Mdp e Sinistra italiana e per convincere i loro rappresentanti a cambiare il loro voto negativo in un voto di astensione che per il governatore Stefano Bonaccini potrebbe essere un risultato alla portata. La giunta conta di incassare anche l’astensione dell’opposizione di centrodestra, ma è chiaro che dal punto di vista politico il voto della sinistra (che è in maggioranza) pesa molto di più.
Ma come è cambiata la nuova legge regionale sull’urbanistica in questo lungo iter di discussione e consultazione? I fondamentali sono rimasti gli stessi: è stata fissata al 3% la quota massima di espansione edilizia per ogni Comune (oggi è all’11%) con l’obiettivo di anticipare l’obiettivo del raggiungimento del saldo zero di consumo di suolo che il programma di azione ambientale dell’Unione Europea ha fissato al 2050. La legge prevede incentivi alla rigenerazione e interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. Un altro passaggio, quello che ha messo sull’allarme gli ambientalisti, è la semplificazione delle procedure: per i Comuni in particolare viene previsto un unico piano urbanistico generale per stabilire la programmazione e pianificazione di tutto il loro territorio, in sostituzione del piano strutturale e del regolamento urbanistico.
Gli emendamenti che sono stati approvati non toccano il core business della legge, ma vanno incontro alle richieste di maggiore trasparenza e di maggiore partecipazione. Ad esempio nella norma regionale è stato scritto nero su bianco che sono previsti meccanismi di partecipazione dei cittadini anche nella fase preliminare alla costruzione del piano urbanistico generale. In un altro emendamento si legge testualmente: «I Comuni rendono pubblici i dati numerici e cartografici dello stato del consumo del suolo nel proprio territorio aggiornato al 31 dicembre dell’anno precedente». Una correzione al testo base della legge riguarda invece i nuovi insediamenti che, «al di fuori del territorio urbanizzato non devono accrescere la dispersione insediativa, individuando soluzioni localizzate contigue a insediamenti esistenti». Alcuni di questi emendamenti sono stati presentati dai consiglieri del Pd.
Che ci sia ancora la possibilità di una sorta di intesa che porti la sinistra ad astenersi non lo esclude Igor Taruffi, capogruppo di Sinistra italiana, ma bisogna vedere come cambierà ancora la legge. «La normativa che è uscita dalla discussione in commissione — fa sapere — ha colto, seppure in maniera marginale, alcune delle questioni che avevamo posto. Ma ce ne sono ancora alcune che noi riteniamo essere rilevanti e per capire quale sarà il nostro voto dobbiamo vedere come ci verrà risposto». Sulla legge però vigilano anche le associazioni imprenditoriali del territorio. «Ci aspettiamo un regime transitorio con regole, adempimenti e tempi certi», dice Mario Agnoli, direttore di Confindustria Emilia-Romagna.