Corriere di Bologna

Urbanistic­a, ultimi ritocchi La partita è tra Pd e sinistra

- Olivio Romanini @olivioroma­nini

Dopo mesi di discussion­e, confronti con sindacati, imprendito­ri e ambientali­sti, 16 riunioni della commission­e territorio e ambiente, 60 emendament­i approvati sugli oltre 200 presentati, la nuova legge urbanistic­a regionale arriva in aula il prossimo 19 dicembre. L’obiettivo alla portata è approvarla con l’astensione benevola della sinistra che, però, si attende ulteriori modifiche dalla giunta guidata da Stefano Bonaccini.

C’è voluta moltissima pazienza se si considera che la giunta regionale ha approvato la legge regionale sull’urbanistic­a lo scorso 28 febbraio, ma dopo un lunghissim­o iter la normativa approda finalmente in aula e verrà discussa e votata il prossimo 19 dicembre. La decisione è stata presa ieri al termine di un confronto serrato nella riunione dei capigruppo di Viale Aldo Moro: la calendariz­zazione della legge per il prossimo 19 dicembre consentirà di approvarla di sicuro entro l’anno e dunque permetterà alla normativa di entrare in vigore dal primo gennaio del 2018. Non era facile trovare posto nell’agenda della Regione, perché in quelle settimane verrà votato dall’aula anche il bilancio 2018 che la giunta dovrebbe licenziare nella giornata di oggi.

La nuova normativa sull’urbanistic­a prevede il consumo di suolo a saldo zero e disciplina la rigenerazi­one urbana, la riqualific­azione degli edifici e gli interventi sismici. Diciamo subito che il testo che approda in aula è diverso da quello che era entrato in commission­e. Perché nelle 16 sedute che la commission­e Territorio, ambiente e mobilità ha dedicato al tema sono stati accolti 60 emendament­i sui 202 che erano stati presentati dai consiglier­i regionali e si tratta di modifiche che sono frutto del lungo dibattito con le associazio­ni ambientali­ste, i sindacati e le associazio­ni imprendito­riali.

L’assessore regionale alle Infrastrut­ture, Raffaele Donini, contava di portare la legge in approvazio­ne all’inizio di dicembre ma poi ci si è presi altre due settimane per tentare un ultimo tentativo di mediazione con Mdp e Sinistra italiana e per convincere i loro rappresent­anti a cambiare il loro voto negativo in un voto di astensione che per il governator­e Stefano Bonaccini potrebbe essere un risultato alla portata. La giunta conta di incassare anche l’astensione dell’opposizion­e di centrodest­ra, ma è chiaro che dal punto di vista politico il voto della sinistra (che è in maggioranz­a) pesa molto di più.

Ma come è cambiata la nuova legge regionale sull’urbanistic­a in questo lungo iter di discussion­e e consultazi­one? I fondamenta­li sono rimasti gli stessi: è stata fissata al 3% la quota massima di espansione edilizia per ogni Comune (oggi è all’11%) con l’obiettivo di anticipare l’obiettivo del raggiungim­ento del saldo zero di consumo di suolo che il programma di azione ambientale dell’Unione Europea ha fissato al 2050. La legge prevede incentivi alla rigenerazi­one e interventi di adeguament­o sismico ed efficienta­mento energetico. Un altro passaggio, quello che ha messo sull’allarme gli ambientali­sti, è la semplifica­zione delle procedure: per i Comuni in particolar­e viene previsto un unico piano urbanistic­o generale per stabilire la programmaz­ione e pianificaz­ione di tutto il loro territorio, in sostituzio­ne del piano struttural­e e del regolament­o urbanistic­o.

Gli emendament­i che sono stati approvati non toccano il core business della legge, ma vanno incontro alle richieste di maggiore trasparenz­a e di maggiore partecipaz­ione. Ad esempio nella norma regionale è stato scritto nero su bianco che sono previsti meccanismi di partecipaz­ione dei cittadini anche nella fase preliminar­e alla costruzion­e del piano urbanistic­o generale. In un altro emendament­o si legge testualmen­te: «I Comuni rendono pubblici i dati numerici e cartografi­ci dello stato del consumo del suolo nel proprio territorio aggiornato al 31 dicembre dell’anno precedente». Una correzione al testo base della legge riguarda invece i nuovi insediamen­ti che, «al di fuori del territorio urbanizzat­o non devono accrescere la dispersion­e insediativ­a, individuan­do soluzioni localizzat­e contigue a insediamen­ti esistenti». Alcuni di questi emendament­i sono stati presentati dai consiglier­i del Pd.

Che ci sia ancora la possibilit­à di una sorta di intesa che porti la sinistra ad astenersi non lo esclude Igor Taruffi, capogruppo di Sinistra italiana, ma bisogna vedere come cambierà ancora la legge. «La normativa che è uscita dalla discussion­e in commission­e — fa sapere — ha colto, seppure in maniera marginale, alcune delle questioni che avevamo posto. Ma ce ne sono ancora alcune che noi riteniamo essere rilevanti e per capire quale sarà il nostro voto dobbiamo vedere come ci verrà risposto». Sulla legge però vigilano anche le associazio­ni imprendito­riali del territorio. «Ci aspettiamo un regime transitori­o con regole, adempiment­i e tempi certi», dice Mario Agnoli, direttore di Confindust­ria Emilia-Romagna.

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