«Segnerò ancora, per la mamma Voglio portarla qui dalla Nigeria»
Lei non voleva mandarlo lontano da casa: «Queste gioie sono dedicate a lei»
Orji Okwonkwo è il personaggio del momento, dopo il suo terzo gol in campionato. «Queste gioie sono dedicate a mia mamma, voglio portarla qui dalla Nigeria».
25 settembre, oltre due mesi fa: il primo squillo in serie A di Orji Okwonkwo. Mapei Stadium, Reggio Emilia: la maglia che vola via, Donadoni che lo bacchetta. E poi lo sferza: «Deve migliorare con l’italiano, perché a volte mi dice sì poi fa il contrario». Sembra passato un anno da allora: la lingua è migliorata tra libri e interviste, perché i gol ora sono tre pur avendo giocato solo 80 minuti in campionato e i microfoni lo cercano. Ieri il diciannovenne è stato intervistato da Sky Sport 24 sul suo momento d’oro: «Sono molto contento non solo per i miei gol ma soprattutto per la squadra, tornata alla vittoria contro il Verona e la Sampdoria dopo quattro sconfitte. Sabato ho spostato Palacio sul 3-0 perché l’avevo visto con la coda dell’occhio e pensavo fosse un avversario: per fortuna non ho fallito il gol. Qual è il mio ruolo? Attaccante centrale, ma anche esterno sia a sinistra che a destra».
Nel 4-3-3 rossoblù il nigeriano può giocare in tre ruoli e ora che i gol sono diventati una piacevole abitudine Orji torna su quella rete che ha aperto le danze a Reggio Emilia: «Fu una grande emozione.
A Sassuolo Donadoni mi ha sgridato e aveva ragione, ma la mia gioia era davvero incontenibile Qual è il mio ruolo? Sono una punta centrale ma posso giocare anche su entrambe le fasce
Alla fine Donadoni mi rimproverò perché per festeggiare mi ero tolto la maglia: aveva ragione, però cercate di capire... novantesimo minuto, primo gol in A che vale tre punti. Insomma, mi sono un po’ lasciato andare». Ci sta, eccome, ma anche la bacchettata del tecnico è servita in chiave futura: «Dopo ho imparato — sorride lui — a Verona dopo il 2-2 mi sono ricordato di Donadoni così arrabbiato e sono andato subito a recuperare il pallone in fondo alla rete per riportarlo a centrocampo. Tre minuti dopo, Donsah ha segnato il 3-2».
La fiducia di Donadoni in lui è in crescita costante, come ha sottolineato nei giorni scorsi anche l’agente Oliver Arthur che lo accosta ad Emmanuel Emenike, ora all’Olympiacos, più che all’altro connazionale Oba Oba Martins. Radici nigeriane che Okwonkwo sottolinea quando gli viene chiesta la dedica per questi gol: «Sono per mia mamma, che mi segue dalla Nigeria con il resto della mia famiglia. Spero di portarli presto a vivere qui». In fondo proprio la madre quando Orji era minorenne aveva smorzato i corteggiamenti di Chelsea, Arsenal e Porto, sottolineando che sarebbe dovuto crescere in Nigeria. Da Benin City, a meno di cento chilometri dalla costa del Golfo della Guinea, alla più centrale Abuja per entrare nel locale Football College del patron dello Spezia Gabriele Volpi, la tradizionale rampa di lancio verso l’Italia per i talenti nigeriani: da lì in estate è arrivato a Bologna anche Kingsley Michael, compagno di squadra di Orji nella Nigeria campione del mondo Under 17 nel 2015. Che ora sogna di ripercorrere le orme dell’amico dal cognome complicato che tutti stanno imparando a conoscere.