Raid vandalico anti-bici Polese, allarme sicurezza
Per la seconda volta in una settimana, chi vive in via Polese e in via San Carlo si è svegliato trovando le gomme delle biciclette legate in strada tagliate. I residenti e chi lavora in zona denunciano altri atti di vandalismo e lamentano l’assenza delle istituzioni.
Un’altra notte balorda, in via Polese. Le vittime, questa volta, sono le biciclette assicurate alle rastrelliere e alla segnaletica verticale in strada. Gomme tagliate e a terra, come nella vicina via San Carlo. C’è chi denuncia il fatto sulle pagine facebook delle social street e di Salvaiciclisti. Nelle piazze virtuali del web ci si interroga su un ipotetico giustiziere delle biciclette. «È la seconda volta in una settimana, che qualcuno ha volontariamente forato le ruote di tutte le bici (decine) parcheggiate in via San Carlo e via Polese», resocontano.
Percorrendo le due piccole parallele, un mix di casette vecchia-Bologna ed edifici più moderni, di giorno spiccano i colori d’autunno e la quiete di un angolo della città protetto dal traffico delle arterie che lo circondano. Un abbaglio. «I tagli alle gomme delle bici, sono giusto l’ultimo di una serie di episodi che puntualmente accadono qui», commenta una giovane coppia sulla soglia di casa, in via Polese. «Noi, per sicurezza, comunque le bici ce le portiamo dentro casa. Ultimamente, però, abbiamo trovato gli specchietti delle auto rotti e sono stati buttati motorini a terra. Tra qui, via Nazario Sauro e via Morgagni, si scatenano. Ma generalmente questi episodi si verificano nel weekend». Chi vive in zona, racconta anche di altri, recenti, atti di vandalismo. «Fossero solo le bici... L’altro giorno ci hanno sfondato il portone — racconta un signore, residente sempre in via Polese — È successo alle 3 di notte. Chi è stato? Non lo sappiamo, ma abbiamo dovuto sistemarlo noi. Qui, senza porta, mica si può vivere». Bisogna stare attenti anche a girare (e non solo in bici...): «Se lei vedesse la velocità con cui vengono su di qui, verso via Riva Reno, in retromarcia, si prenderebbe paura: lo fanno per dribblare le telecamere della Ztl». Più del traffico è la microcriminalità a rendere queste vie, che ospitano anche piccole belle realtà commerciali, insicure per chi ci vive o lavora. «È una zona abbandonata dalle istituzioni», secondo i ragazzi del circolo Arci Ritmolento. «Sicuramente è una zona con fragilità spiccate: povertà, immigrazione, degrado di vario genere — ragiona Fabio — noi facciamo quel che riusciamo, con corsi d’italiano per migranti, ma servirebbe un coinvolgimento più ampio, con interventi studiati per migliorare la zona e metterla in sicurezza».