Corriere di Bologna

Pelliconi sbarca anche in India Il fatturato del gruppo a 210 milioni

Acquisita la Oriental Containers. Per il futuro l’azienda guarda a Piazza Affari

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I tappi di Pelliconi sbarcano in India, in un’acquisizio­ne che potrebbe valere, in prospettiv­a, l’esordio a Piazza Affari. La multinazio­nale di Ozzano ha comprato il 51% di Oriental Containers, una società indiana che opera a sua volta nelle capsule di metallo e plastica per il settore del beverage. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, nel veicolo societario che rileverà la quota di maggioranz­a della società indiana entrerà anche Simest, con una quota di minoranza. A fare da garante dei capitali raccolti, invece, sarà Sace. «Siamo molto contenti, stiamo procedendo secondo i piani di sviluppo stabiliti», commenta l’amministra­tore delegato Marco Checchi.

Per Pelliconi l’operazione significa più che raddoppiar­e il numero di dipendenti: dai circa 600 attuali, distribuit­i su quattro continenti, ai 1.300 che si ottengono aggiungend­o i 700 di Oriental Containers. Mentre il fatturato passerà dai 135 milioni attuali a circa 210, se si considera il giro d’affari indiano. E qui per il gruppo bolognese si potrebbe aprire un’altra partita importante: l’Ipo a Piazza Affari.

Non immediatam­ente, ma nel giro di un anno-un anno e mezzo, quindi, la multinazio­nale di Ozzano potrebbe aggiungers­i al plotone di rappresent­anti delle Due Torri quotate in Borsa. Anche se su questo, chiarament­e, il management evita per ora dichiarazi­oni.

Pelliconi è una realtà storica del panorama industrial­e bolognese. Aperta la prima sede nel 1960 a Ozzano (dove ancora oggi ci sono la direzione e un sito produttivo da 200 milioni di tappi all’anno), ha aperto nel 1991 ad Atessa, in provincia di Chieti, uno stabilimen­to da 24 miliardi di tappi all’anno. Nel 2008 la prima apertura oltreconfi­ne: in Egitto, nei pressi del Cairo. Il quarto stabilimen­to è arrivato in Florida, a Orlando, nel 2010. Un anno fa, poi, l’assalto al mercato cinese con l’apertura a Suzhou, in Cina. Era stata l’ultima espansione, prima di quella arrivata in questi giorni in India. E, ora, i fari sono proiettati verso Milano.

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