Biblioteche, otto candidati al dopo Bellettini
Il direttore dell’Istituzione andrà in pensione. Tra pochi giorni i colloqui per il successore
Otto persone in corsa per succedere a Pierangelo Bellettini alla guida delle biblioteche della città. Lui, una vita tra i libri, al servizio dei luoghi pubblici della cultura (portano la sua firma i progetti per il Museo della Musica e quello della Beata Vergine di San Luca), dal 1998 è il numero uno dell’Archiginnasio, che ha sempre valorizzato per il gioiello prezioso che è, tra il restauro del Teatro Anatomico e acquisizioni di importanti archivi. E poi a capo dell’Istituzione Biblioteche, fin dalla sua fondazione nel 2008 ha seguito la rinascita di Salaborsa. Lo stesso Bellettini è, insomma quel che si definisce un’istituzione. Il 31 gennaio del 2018 andrà in pensione e in queste settimane si sta cercando il professionista che potrà prendere il suo posto. Il bando di concorso pubblico si è chiuso il 14 novembre e tra qualche giorno la commissione di tecnici del Comune deciderà a chi cedere lo «scettro» del patrimonio librario cittadino tra una manciata di candidati.
Questi i nomi: Enzo Borio, già responsabile del sistema bibliotecario Sbam torinese; Andrea Cassina, funzionario alle biblioteche di Verbania; Cecilia Cognigni, dall’Archivio di Stato di Torino; Riccardo Ferrucci; la bolognese Anna Manfron, responsabile dell’Archiginnasio; Davide Montanari, direttore dei servizi culturali di Casalecchio, Daniele Ronzoni dalle biblioteche di Abano Terme e Gabriele Rossi. A chi verrà selezionato toccherà prendere in carico il coordinamento di Salaborsa, Archiginnasio, tutte le biblioteche di quartiere, Casa Carducci e il Centro Amilcar Cabral. Questo infatti, richiede il ruolo all’interno dell’Istituzione che già si avvale di un consiglio di amministrazione, attualmente presieduto da Daniele Donati e composto da Carlo Ginzburg e Anna Maria Lorusso.
«Noi non abbiamo voce in capitolo sulla scelta del direttore — ci fa sapere Donati — Ci siamo limitati a dare qualche suggerimento sui criteri di selezione. Ma così prevede la legge». La legge prevede anche che il nuovo mandato sia a tempo determinato in sostanza legato al mandato del sindaco. Cosa che infastidisce non poco Donati. «Non voglio montare alcuna polemica — precisa — perché è tutto regolare». Ma, come è logico comprendere, un direttore a intermittenza, faticherebbe a tenere insieme una materia così complessa come le biblioteche. Ma se questa è la procedura (la stessa che invece fa dipendere dall’amministrazione comunale le nomine del cda) si va avanti contando sul fatto che un ruolo dirigenziale coperto da una persona competente non subisca contraccolpi dalla politica.