Paolo Mieli sul palco racconta il comunismo partendo da Guttuso
Èun racconto che sul palco prende le mosse dal filmato dei funerali di Palmiro Togliatti e da alcune sequenze tratte dal film Ottobre di Sergej Ejzenstejn, per concludersi con la stagione riformatrice di Michail Gorbaciov e con il crollo del muro di Berlino del 1989. Era d’ottobre, questa sera alle ore 21 al Teatro Michelangelo di Modena con ingresso a 15 euro dopo essere stato presentato in anteprima al Festival dei Due Mondi di Spoleto, viene definito dallo storico e giornalista Paolo Mieli come «un viaggio lungo la storia del comunismo che utilizza uno strano stratagemma, un quadro di Renato Guttuso. Guardando chi c’era e chi non c’era e perché, ad esempio, manca Trotzkij che Stalin fece uccidere con un colpo di piccone. Guttuso era membro del Comitato centrale del Pci dell’epoca e quando si studia la storia bisogna avere il coraggio di lodare le luci e di denunciare le ombre». . Ed è proprio dal quadro I funerali di Togliatti che Mieli, prende spunto provando a spiegare perché alcuni dei grandi protagonisti della storia, lunga un secolo, del comunismo come Lenin, Stalin, Togliatti, Dolores Ibarruri e Ho chi Minh siano rappresentati mentre altri, come Krusciov, Mao, Fidel Castro, Che Guevara, Solgenitsin e Dubcek risultino stranamente assenti. A ognuno di questi personaggi Mieli dedica un ritratto nel corso di un racconto che incrocia la guerra civile spagnola, il secondo conflitto mondiale, la destalinizzazione, i gulag, il dissenso sovietico, le lotte di liberazione, la rivoluzione cinese, quella cubana, la rivolta d’Ungheria, la primavera di Praga, la guerra di Corea e quella del Vietnam. Anche la scelta del film di Ejzenstejn assume un significato preciso, visto che Ottobre subì nel 1928 l’eliminazione di tutte le scene che vedevano la presenza di Trotzkij e Zinovev.