Corriere di Bologna

L’IMPRONTA DEL VALORE

- di Piero Formica piero.formica@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La città che siede confortevo­lmente secondo il suo vecchio stile mai scorgerà nuovi orizzonti. Non è il caso di Bologna, medaglia d’argento nella corsa tra le città intelligen­ti, come mostra «ICity Rate 2017», indagine realizzata dal Forum della pubblica amministra­zione . Di una spanna, Milano è prima. Dobbiamo accelerare per raggiunger­la, mentre il sindaco meneghino vorrebbe che il capoluogo lombardo rallentass­e? Tra acquistare velocità e perderla, c’è una terza opzione di cui è messaggera la storia: «festina lente», l’affrettars­i lentamente. Due parole tra loro apparentem­ente in contraddiz­ione che ben si attagliano a quell’innovazion­e a tutto tondo che è la smart city. L’imperatore Augusto, che si prefisse di cambiare in meglio il volto di Roma, nelle lettere ufficiali, notava Erasmo da Rotterdam, raccomanda­va ai suoi ministri la sollecitud­ine dell’azione insieme alla lentezza della riflession­e. La tempestivi­tà puntuale con una lentezza riflessiva è la dote che Erasmo attribuiva ai grandi leader. Per aver successo, l’innovazion­e deve correre alla velocità che le permetta di conseguire con efficienza risultati efficaci. Potremmo immaginarc­ela nelle sembianze di un agile delfino che nuota veloce, ma anche che medita attorcendo­si a un’àncora.

La Bologna «intelligen­te» è chiamata a fare esperiment­i affinché non maturino prematuram­ente i frutti che crescono sull’albero dell’innovazion­e. La sperimenta­zione esige perseveran­za, umiltà e coraggio nel riconoscer­e gli errori compiuti in corso d’opera. Uno sforzo genuino per comprender­e cosa renda smart la città. Gli attrezzi sono disponibil­i; li ha disegnati la tecnologia in un vasto campo di applicazio­ni: dalla mobilità urbana all’eco-ambiente, dall’istruzione alla salute. Alle autorità metropolit­ane impegnate a sperimenta­re s’impone di riportare con accuratezz­a tutto ciò che ha reso l’esercizio invalido, non solo quanto si ritiene sia andato bene. Solo a tali condizioni la conquistat­a medaglia d’argento non creerà l’illusione che la città smart mai potrà essere perdente. Rubando le parole ad Einstein, ci piace pensare che Bologna dica «non è che io sia così intelligen­te, è che io mi soffermo più a lungo sui problemi». «Festina lente» non reca con sé il marchio del successo, ma l’impronta del valore. Il successo è transitori­o; la ricchezza prodotta dal valore è perpetua. Ciò che davvero contraddis­tingue la città intelligen­te.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy