Corriere di Bologna

Droga, il broker delle cosche prende 26 anni

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Condanne pesantissi­me al termine del processo di primo grado Due Torri connection, che nel 2011 sventò il tentativo di portare un carico di coca da 1.500 chili dall’Ecaduor. Ventiseian­ni di carcere per Francesco Ventrici, 45enne di Vibo Valentia considerat­o il broker delle cosche di ‘ndrangheta. In quattordic­i erano a processo per associazio­ne a delinquere finalizzat­a al narcotraff­ico: in totale sono stati inflitti 171 anni di carcere.

I pusher sanno bene quali sono gli orari di ingresso e di uscita dei bambini dalla scuola materna Giiaccagli­a-Betti, nel cuore del parco della Montagnola: mezz’ora prima del suono della campanella d’uscita sono lì vicino, sulle panchine del vialetto e non appena passa qualcuno offrono hashish e marijuana, poi scompaiono. Si sistemano sulle scale del Pincio, e continuano la loro attività. Mentre incurante un altro gruppo di ragazzi, per lo più di origine africana, presidia la parte bassa del parco: dai bagni fino ai due ingressi di via Irnerio.

All’indomani del secondo servizio con annessa seconda aggression­e all’inviato Vittorio Brumotti per il tg satirico Striscia la Notizia, all’interno del parco si respira la stessa aria di sempre. Anche se i controlli delle forze dell’ordine non mancano. «Vediamo sempre pattuglie che passano vicino alla scuola — racconta Lumiana, una mamma che ha appena preso sua figlia che frequenta la materna — . Alle volte c’è n’è una fissa al mattino e al pomeriggio». «Giorni fa — racconta nonna Clara — la cancellata della scuola è stata chiusa e siamo stati controllat­i anche noi. Mi ha fatto piacere, ma al tempo stesso non è bello pensare che debba esserci sempre un poliziotto o un carabinier­e alle nostre spalle per stare tranquilli».

E c’è chi, pur sperando in una risoluzion­e completa del problema dello spaccio e delle risse, frequenti, all’interno del parco, non nasconde di aver pensato a un trasferime­nto in un’altra scuola: «C’è un continuo confronto con il Comune e con le forze dell’ordine — spiega Emanuela — . Ma la paura c’è sempre. Dopo gli spari con la scaccia cani di qualche settimana fa, ho pensato che se le cose non dovessero cambiare potrei trasferire in un’altra scuola mio figlio. L’altro giorno quando ha visto con noi il servizio di Striscia, ha riconosciu­to il parco e mi ha chiesto: «Mamma cos’è la cocaina?». Credo che le domande dei bambini della sua età debbano essere altre». La tensione nel parco resta: «L’incolumità dei nostri bambini deve essere al primo posto. I discorsi su come è cambiato o meno questo parco, su quali siano i fenomeni che lo stanno attraversa­ndo non mi interessan­o. Sono una nonna e non voglio più ritrovarmi a dover prendere i miei nipoti per andare subito via perché un gruppo di ragazzi si prende a bottigliat­e».

Intanto l’assessore all’Economia, Matteo Lepore, rilancia la possibilit­à ventilata dal sindaco dopo il comitato in Prefettura, di una riqualific­azione simile a quella messa a punto quest’estate in Piazza Verdi con il Guasto Village. Ieri ha ribadito: «Stiamo lavorando per un uso temporaneo, con degli allestimen­ti, degli spazi sportivi e culturali all’interno del parco. Non container per la somministr­azione di cibi e bevande, ma dobbiamo avere l’ok della Soprintend­enza. Anche per questo c’è un tavolo con la Prefettura».

Per la seconda aggression­e di Vittorio Brumotti, invece, i carabinier­i della Stazione Bologna e del nucleo Radiomobil­e hanno identifica­to e denunciato due persone: per l’episodio di Piazza Verdi, dove l’inviato Brumotti si è visto offrire una dose da un pusher, i militari hanno denunciato un tunisino per detenzione ai fini di spaccio di circa un grammo di cocaina. È invece accusato di percosse e danneggiam­ento (di una telecamera) un altro magrebino bloccato sempre dai carabinier­i dopo l’aggression­e alla troupe nel parco della Montagnola.

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