I confederali «sconcertati» chiedono che la delibera «venga sospesa subito»
Hanno sottoscritto una lettera (infuocata) con la richiesta al Comune di incontro urgente. Contenuto: «La delibera che abolisce la gratuità delle scuole d’infanzia comunali deve essere sospesa subito». La controffensiva alla decisione di Palazzo d’Accursio di introdurre una tariffa di frequenza della materna, onnicomprensiva di tutti i servizi, mensa compresa, ieri è partita soprattutto dai sindacati confederali. Che sulla scia della protesta innescata dal comitato «Scuola e Costituzione», non ci stanno a vedere smontato uno dei principi-cardine della scuola dell’infanzia bolognese.
«Abbiamo mandato una lettera a Palazzo d’Accursio — spiega Sonia Sovilla, della segreteria Cgil, che parla per i confederali — in cui diciamo una cosa banale: sulle tariffe da sempre si discute al tavolo che si apre a dicembre sul bilancio. Punto. Noi di questa cosa vogliamo discutere lì, non è possibile apprenderla dalla stampa. Abbiamo presentato la nostra piattaforma quattro giorni fa, aspettiamo di essere convocati». Nel frattempo il sindacato non lascia spazio a fraintendimenti: «Pillati sospenda immediatamente
Sovilla (segreteria Cgil) Delle tariffe da sempre si discute al tavolo che si apre a dicembre sul bilancio Punto Noi di questa cosa vogliamo discutere lì Bagni (Cgil scuola) Si stravolge l’approccio politico al tema della universalità dell’accesso alla materna e lo si fa come un mero atto amministra tivo
il provvedimento», dice Sovilla. Che vorrebbe anche che Palazzo d’Accursio rivedesse le fasce d’esenzione della refezione: «Le tariffe sono pre crisi, bisogna trovare una soluzione per i tanti che oggi risultano evasori, ma che di fatto non riescono più a pagare. Evitiamo di arrivare ai casi-limite dei sindaci che non hanno dato il pasto ai bimbi perché i genitori erano insolventi. Ma nel merito della delibera voglio entrare nelle sedi opportune».
Entrano invece nel merito, con un comunicato, le segretarie della Funzione pubblica della Cgil e della Cgil Scuola, Anna Andreoli e Susi Bagni: «È piuttosto sconcertante — dicono — notare come uno stravolgimento dell’approccio politico al tema dell’universalità dell’accesso alla scuola d’infanzia venga affrontato con un approccio da mero atto amministrativo. Il Comune ha assunto la sua decisione senza alcuna concertazione e ha subordinato formalmente la possibilità di frequentare la scuola d’infanzia al pagamento obbligatorio di una tariffa». Quindi: «La giunta incontri subito le parti sociali».
E mentre il comitato «Scuola e Costituzione» guidato da Bruno Moretto prepara le prossime mosse, a partire da un’assemblea cittadina di mobilitazione in vista dell’iter che porterà la delibera di giunta prima in commissione poi in consiglio, anche l’Osservatorio mense va all’attacco del Comune. Quanto meno per capire come questa decisione della giunta inciderà sul servizio di refezione. «Apprendiamo con stupore — dice uno dei referenti dell’Osservatorio, Giulio Mannino — che nonostante ci siano stati da poco dei tavoli della commissione mensa, di questo tema delle scuole dell’infanzia non si sia mai parlato, ci dispiace non ci abbiano proprio coinvolti». Ma adesso l’Osservatorio, che chiederà un incontro al Comune, si chiede cosa succederà alle tariffe della refezione: «Come saranno riformulate queste tariffe? Perché adesso se non mangi a scuola, non paghi. In pratica si torna indietro a dieci anni fa, prima della tariffa a consumo, che è stata una grande conquista per le famiglie». Intanto Forza Italia, già intervenuta ieri, insorge tramite i consiglieri Bignami, Lisei, Sassone: «È totalitarismo, il Comune così apre le porte ai rincari».