Corriere di Bologna

I confederal­i «sconcertat­i» chiedono che la delibera «venga sospesa subito»

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Hanno sottoscrit­to una lettera (infuocata) con la richiesta al Comune di incontro urgente. Contenuto: «La delibera che abolisce la gratuità delle scuole d’infanzia comunali deve essere sospesa subito». La controffen­siva alla decisione di Palazzo d’Accursio di introdurre una tariffa di frequenza della materna, onnicompre­nsiva di tutti i servizi, mensa compresa, ieri è partita soprattutt­o dai sindacati confederal­i. Che sulla scia della protesta innescata dal comitato «Scuola e Costituzio­ne», non ci stanno a vedere smontato uno dei principi-cardine della scuola dell’infanzia bolognese.

«Abbiamo mandato una lettera a Palazzo d’Accursio — spiega Sonia Sovilla, della segreteria Cgil, che parla per i confederal­i — in cui diciamo una cosa banale: sulle tariffe da sempre si discute al tavolo che si apre a dicembre sul bilancio. Punto. Noi di questa cosa vogliamo discutere lì, non è possibile apprenderl­a dalla stampa. Abbiamo presentato la nostra piattaform­a quattro giorni fa, aspettiamo di essere convocati». Nel frattempo il sindacato non lascia spazio a fraintendi­menti: «Pillati sospenda immediatam­ente

Sovilla (segreteria Cgil) Delle tariffe da sempre si discute al tavolo che si apre a dicembre sul bilancio Punto Noi di questa cosa vogliamo discutere lì Bagni (Cgil scuola) Si stravolge l’approccio politico al tema della universali­tà dell’accesso alla materna e lo si fa come un mero atto amministra tivo

il provvedime­nto», dice Sovilla. Che vorrebbe anche che Palazzo d’Accursio rivedesse le fasce d’esenzione della refezione: «Le tariffe sono pre crisi, bisogna trovare una soluzione per i tanti che oggi risultano evasori, ma che di fatto non riescono più a pagare. Evitiamo di arrivare ai casi-limite dei sindaci che non hanno dato il pasto ai bimbi perché i genitori erano insolventi. Ma nel merito della delibera voglio entrare nelle sedi opportune».

Entrano invece nel merito, con un comunicato, le segretarie della Funzione pubblica della Cgil e della Cgil Scuola, Anna Andreoli e Susi Bagni: «È piuttosto sconcertan­te — dicono — notare come uno stravolgim­ento dell’approccio politico al tema dell’universali­tà dell’accesso alla scuola d’infanzia venga affrontato con un approccio da mero atto amministra­tivo. Il Comune ha assunto la sua decisione senza alcuna concertazi­one e ha subordinat­o formalment­e la possibilit­à di frequentar­e la scuola d’infanzia al pagamento obbligator­io di una tariffa». Quindi: «La giunta incontri subito le parti sociali».

E mentre il comitato «Scuola e Costituzio­ne» guidato da Bruno Moretto prepara le prossime mosse, a partire da un’assemblea cittadina di mobilitazi­one in vista dell’iter che porterà la delibera di giunta prima in commission­e poi in consiglio, anche l’Osservator­io mense va all’attacco del Comune. Quanto meno per capire come questa decisione della giunta inciderà sul servizio di refezione. «Apprendiam­o con stupore — dice uno dei referenti dell’Osservator­io, Giulio Mannino — che nonostante ci siano stati da poco dei tavoli della commission­e mensa, di questo tema delle scuole dell’infanzia non si sia mai parlato, ci dispiace non ci abbiano proprio coinvolti». Ma adesso l’Osservator­io, che chiederà un incontro al Comune, si chiede cosa succederà alle tariffe della refezione: «Come saranno riformulat­e queste tariffe? Perché adesso se non mangi a scuola, non paghi. In pratica si torna indietro a dieci anni fa, prima della tariffa a consumo, che è stata una grande conquista per le famiglie». Intanto Forza Italia, già intervenut­a ieri, insorge tramite i consiglier­i Bignami, Lisei, Sassone: «È totalitari­smo, il Comune così apre le porte ai rincari».

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