Materne, la versione di Merola
Il sindaco: «Risparmieremo 1,3 milioni: così potremo dimezzare le rette dei nidi»
Non c’è solo una questione legata all’educazione alimentare. Il Comune introdurrà le tariffe di frequenza che rendono la mensa obbligatoria anche per ragioni economiche. «In questo modo non pagheremo 1,3 milioni di euro di Irap», spiega il sindaco Virginio Merola. Grazie a questo risparmio, Palazzo d’Accursio conta di «dimezzare le rette dei nidi» per tutte le famiglie. Ma i sindacati confederali sulle materne restano critici e tornano a chiedere la sospensione della delibera.
L’operazione del Comune sulle scuole d’infanzia comunali non ha solo un obiettivo pedagogico — quello del pranzo come un momento educativo per i bambini — ma anche economico. O meglio, di natura fiscale. Perché cancellando dalla carta dei servizi il passaggio sulla gratuità della scuola dell’infanzia comunale e andando a inserire la nuova tariffa di frequenza (in sostituzione del costo della refezione scolastica), Palazzo d’Accursio non dovrà più versare, in base alle normative che regolano il pagamento dell’Irap, 1,3 milioni di euro alla Regione. Questa novità, che nei giorni scorsi non era mai emersa nelle comunicazioni fornite dall’amministrazione comunale, è legata a una seconda che avrà un grosso impatto per tantissime famiglie bolognesi con figli dai zero ai tre anni.
«Stiamo lavorando per dimezzare le tariffe dei nidi pubblici e privati per tutti i genitori», annuncia infatti Virginio Merola. La misura verrà presentata in via ufficiale mercoledì mattina dallo stesso sindaco e dalla vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. Alcuni dettagli sono stati spiegati però in mattinata anche dalla vicesindaco e assessore alla Scuola Marilena Pillati durante il question time a Palazzo d’Accursio. La riduzione complessiva viaggia attorno ai 600.000 euro e interesserà «8.000 utenti su un totale di 9.000».
Resta sempre irrisolto il rapporto con i sindacati confederali, che anche ieri sono ritornati a chiedere lo stop alla delibera e un incontro, che sulla questione delle tariffe di frequenza alla materne comunali a loro avviso non c’è mai stato (a differenza di quanto sostenuto dall’assessore alla Scuola). «Ascolteremo tutti», apre il sindaco. Ma sui tempi non è disposto a trattare. Il provvedimento rientrerà nel pacchetto del bilancio che il Consiglio comunale dovrà approvare entro Natale e questo iter non verrà modificato, né tantomeno rallentato. «Dimostreremo che è questa la scelta migliore da fare», insiste Merola. Anche perché le ragioni che porterà sul tavolo di CgilCisl e Uil, a questo punto sono due.
C’è quella legata all’alimentazione, perché «i nostri bimbi continuano a essere obesi o a sprecare alimenti e le nostre insegnanti sono lì pure per fare educazione alimentare». Anche se, aggiunge sempre il sindaco, «se uno vuole fare mangiare il panino se lo mangia, non imponiamo niente». E poi c’è la possibilità di risparmiare dei soldi. «Se per fare questo devo chiamare una cosa tariffa di frequenza, io non ho dubbi: faccio questa scelta, una scelta pragmatica, che ci fa risparmiare sulle tasse inutili degli stessi cittadini». Ovviamente Merola giocherà anche la carta delle tariffe dimezzate ai nidi nell’incontro con i sindacati, che non potranno di certo mostrarsi insensibili. Resta sempre il punto politico. Togliendo, come si appresta a fare l’amministrazione comunale, il passaggio sulla gratuità in futuro una giunta e un nuovo sindaco potranno decidere, con una nuova delibera, di aumentare la tariffa di frequenza, oggi legate agli attuali costi della refezione. La questione però non sembra preoccupare molto il primo cittadino. «Il futuro è nelle nostre mani, non nei “se”. Se domani governa l’estrema destra, francamente non credo sia un problema che io mi debba porre oggi. Anche perché domani governerà il centrosinistra». Assieme ai sindacati confederali e al comitato Scuola e Costituzione c’è anche il M5S che va all’attacco della giunta. «Il mio timore — ha spiegato la consigliera comunale Elena Foresti — è che queste modifiche trasformino la scuola dell’infanzia comunale pubblica gratuita in una scuola pubblica a pagamento».
La strategia Con gli sconti sui nidi e i risparmi Irap il sindaco spera di ricucire con i sindacati Il primo cittadino Stiamo lavorando per dimezzare le tariffe dei nidi pubblici e privati per tutti i genitori