Corriere di Bologna

Le ex mogli ora perdono l’assegno

Da 4.000 euro al mese a zero: la svolta dei giudici dopo la sentenza della Cassazione

- Baccaro

Insieme ai matrimoni, vanno in pezzi le certezze patrimonia­li di decine di donne. Ex mogli che dopo lo spartiacqu­e segnato dalla Cassazione si sono viste ridurre l’assegno di mantenimen­to percepito fino a quel momento. Anche sotto le Due Torri c’è un’ondata di sentenze in Tribunale e Corte d’Appello che applicano il principio dell’autosuffic­ienza economica e non più il tenore di vita matrimonia­le. Emblematic­o il caso della ex moglie di un ricco imprendito­re.

La sentenza della Cassazione che, spazzando via il criterio del tenore di vita coniugale, ha costretto Veronica Lario a dire addio a 1,4 milioni di euro mensili di mantenimen­to da Silvio Berlusconi, ha avuto i suoi primi effetti anche nelle pronunce del Tribunale e della Corte d’Appello di Bologna.

Anche sotto le Due Torri insieme ai matrimoni vanno in pezzi le certezze patrimonia­li di decine di ex mogli che prima potevano contare su facoltosi assegni di divorzio. La rivoluzion­e è arrivata a maggio con la sentenza 11504 della Cassazione che «ha superato il precedente consolidat­o orientamen­to, che collegava la misura dell’assegno al parametro del tenore di vita matrimonia­le, indicando come parametro di spettanza dell’assegno, avente natura assistenzi­ale, l’indipenden­za o autosuffic­ienza economica dell’ex coniuge che lo richiede».

Un terremoto: dieci giorni questa pronuncia, la Corte d’Appello di Bologna ha depositato la sentenza 1429/17. Da un lato un imprendito­re 66enne di Reggio Emilia dal patrimonio milionario, operante nel settore degli imballaggi e delle spedizioni, chiedeva di non dover più riconoscer­e all’ex moglie 62enne l’assegno da 4.000 euro mensili. Sul fronte opposto la moglie che invece chiedeva 8.000 euro al mese sulla base dell’elevatissi­mo tenore di vita condotto durante il lungo matrimonio. La Corte ha dato ragione al marito, consideran­do che la signora non solo poteva contare su un patrimonio di oltre 3 milioni di euro, ma anche su un reddito annuale di 50.000 euro: «Assai al di là della mera autosuffic­ienza», scrive la prima sezione civile, che ha disposto anche che l’ex moglie restituisc­a all’imprendito­re quanto percepito fino al momento della sentenza, compresi gli interessi.

La sentenza della Corte di Cassazione sta generando un’ondata di processi per revisione dell’assegno di mantenimen­to, ma anche ribaltamen­ti di decisioni già nel Tribunale ordinario. Lo spiega l’avvocato Valeria Mazzotta: «Situazioni che fino a sei mesi fa avrebbero dato diritto certamente a un assegno di divorzio, adesso sono ribaltate. Bisogna però osservare che la Cassazione ha stabilito che per la revisione dell’assegno, non basta dimostrare l’autosuffic­ienza economica del coniuge richiedent­e, ma occorre che siano modificati i presuppost­i sulla base dei quali l’assegno era stato riconosciu­to dal Tribunale».

Con un’altra sentenza la Corte d’Appello di Bologna ha accolto il ricorso del marito che chiedeva di rivedere l’assegno di 500 euro mensili in favore della moglie. I giudici hanno stabilito che non basta la sproporzio­ne dei redditi tra marito e moglie per legittimar­e l’assegno di mantenimen­to. In questo caso, infatti, mentre la moglie impiegata ha dichiarato un reddito mensile di 1.500 euro netti, il marito ne percepisce 5.000 mensili. Ma la Corte ha appurato che l’ex moglie può contare su una disponibil­ità mensile di 1.900 euro e sulla proprietà della casa di residenza. Sulla base di questi elementi «si deve affermare la sussistenz­a della indipenden­za economica dell’ex coniuge», ha sentenziat­o la Corte.

Più mite l’orientamen­to del Tribunale ordinario, che pure applicando il nuovo principio, ha riconosciu­to che all’ex moglie 65enne che percepisce una pensione da 1.400 euro netti mensili, dopo 40 anni di matrimonio, è sufficient­e che il marito versi un assegno mensile da 230 euro. La donna, in base al principio del mantenimen­to del tenore di vita e dell’aver contribuit­o col proprio salario all’accudiment­o dei figli, ne chiedeva 1.200 mensili, considerat­o il reddito da 53.500 euro l’anno del marito.

La sentenza L’ex di un ricco imprendito­re ha avuto l’assegno ridotto visto il patrimonio da 3 milioni

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Revisione La strada aperta dalla sentenza della Corte di Cassazione sta generando un’ondata di processi per revisione dell’assegno di mantenimen­to ma anche ribaltamen­ti in appello di decisioni già prese dal Tribunale ordinario, sono già diversi infatti...

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