Baldi Rossi: «Ambiziosa Virtus, che bello tornare a giocare qui»
Domani già in campo con Cremona. «Sacchetti? Non ho nulla contro di lui»
Il primo allenamento all’Arcoveggio, giovedì pomeriggio. Il secondo al PalaDozza, ieri mattina. Filippo Baldi Rossi torna a prendere confidenza con il mondo Virtus, lasciato cinque anni fa.
Sciarpa bianconera al collo, donata dai tifosi che gli hanno dato il bentornato, cerca di riordinare le idee e i sentimenti di questo ritorno che si è concretizzato in un batter d’occhio.
«Essere di nuovo qui, dove ho passato tanto tempo e mi sono costruito una carriera, è davvero un’emozione unica — sottolinea il 26enne di Vignola — Gli ultimi due mesi a Trento non sono stati facili, qualcosa si era rotto, ma non cancellano quattro anni bellissimi. Appena si è presentata l’opportunità di tornare a casa l’ho colta al volo e ora sono molto stimolato da questa avventura».
Chiuso l’amarcord ci si deve buttare subito sul presente. La Virtus cercava da due mesi un’ala forte titolare per completare il roster. Prima si è buttata sul mercato americano in maniera infruttuosa, poi ha virato su Baldi Rossi negli ultimi giorni.
Un giocatore che potrà dare disciplina tattica e pericolosità dall’arco e consentirà di consolidare la leadership nella classifica dell’utilizzo dei giocatori italiani. Vincendo questa graduatoria, che la vede al comando, la Virtus incasserà sui 300 mila euro a fine stagione.
«Ramagli mi ha chiesto di essere una sorta di playmaker aggiunto in certi momenti della partita, di gestire la palla in un certo modo — continua Baldi Rossi — Fare cose semplici che facciano girare la squadra, non sono mai stato un accentratore. Qui ci sono tutte le condizioni per fare bene».
Due gravi infortuni alle ginocchia negli ultimi due anni: dal primo è tornato benissimo, dopo il secondo si è tuffato nell’avventura agli Europei con la Nazionale di Messina pagando in questo inizio di campionato (5,3 punti di media in 16,3 minuti), per sua stessa ammissione, la mancanza di un lavoro di consolidamento al termine della riabilitazione.
L’estate azzurra lo ha però arricchito sul piano professionale: «Ha ampliato notevolmente il mio bagaglio tecnico. A Trento con Buscaglia si gioca una pallacanestro diversa, più istintiva e con poche regole.
Messina è molto schematico, si lavora su azioni che durano 20-24 secondi senza sciupare nulla, con organizzazione. Giocare con campioni come Belinelli, Datome, Aradori ha alzato la mia concentrazione in allenamento e in partita».
Domani sarà subito catapultato in campo in un appuntamento che la Segafredo non può fallire.
Reduci da quattro sconfitte consecutive, con le Final Eight di Coppa Italia a rischio, i bianconeri non possono perdere ulteriore terreno nella sfida di mezzogiorno al PalaDozza contro Cremona. Sulla cui panchina siede Meo Sacchetti, ct della Nazionale che ha snobbato Baldi Rossi nelle recenti convocazioni per le due gare di qualificazione ai Mondiali.
«Non ho nulla contro il Ct, non mi aspettavo nemmeno di essere convocato per gli Europei da Messina. Per me sarà importante fare un bel debutto, non tanto sul piano statistico quanto sul piano dell’apporto che riuscirò a dare alla squadra. Conta solo quello», assicura.
Fin qui le sconfitte della Virtus sono maturate spesso nell’ultimo quarto, con crolli improvvisi spesso dovuti al calo di energie in un roster corto.
Era successo anche a Trento alla prima giornata: +18 a 11 minuti dalla fine e sconfitta. Baldi Rossi, all’epoca, era dall’altra parte della barricata.
«Non ho visto tutte le partite — racconta — da fuori si può dire che una gestione migliore dei palloni in quei frangenti può fare la differenza, ma sono dettagli che si possono aggiustare. Questa Virtus ha grandi ambizioni, molta qualità nel roster e uno staff tecnico di primo livello. Conosco già parecchi compagni, ho delle belle sensazioni».
Ramagli mi ha chiesto di essere una sorta di playmaker aggiunto in certi momenti della partita, di gestire la palla e di fare cose semplici