Corriere di Bologna

PRESIDIARE LA FRONTIERA

- di Franco Mosconi

Tornano alla mente, leggendo le buone notizie giunte negli ultimi giorni dall’economia emilianoro­magnola, le parole di Edmondo Berselli nel suo «Quel gran pezzo dell’Emilia» (2004). C’è un brano che, benché riferito al distretto di Sassuolo, servì al compianto Berselli per illustrare la sua interpreta­zione del «modello». Citiamo: «Fare, disfare, costruire, distrugger­e: “Investite, investite tutto, sempre”. Non hanno letto Schumpeter, ma l’hanno capito per superiore intuizione, e sanno per virtù innata cos’è la distruzion­e creatrice».

A Sant’Agata Bolognese è stato appena presentato il nuovo Suv Lamborghin­i, Urus, che ha significat­o 700 milioni di euro di investimen­to per il raddoppio dello stabilimen­to — perfettame­nte in linea con gli standard tedeschi e italiani di Industria 4.0 — e 500 nuovi posti di lavoro, cui se ne aggiungera­nno altri 200 entro il 2018. Poi l’altro ieri Yoox-net-a-porter, leader mondiale nella vendita online di lusso e alta moda, ha ufficializ­zato — grazie a un accordo con Regione e governo — il grande progetto di ampliament­o della sede di Bologna con 211 milioni di euro di investimen­ti entro il 2020 fra Bentivogli­o (logistica) e Zola Predosa (strutture tecnologic­he) con quasi 600 assunzioni.

Sempre giovedì, come il Corriere di Bologna ha raccontato ieri, è arrivato il «disgelo» in seno a Confindust­ria tra gli imprendito­ri della regione e il presidente nazionale Boccia; un incontro che ha consentito di porre sul tavolo alcune questioni fondamenta­li — quali ad esempio la decontribu­zione dei premi individual­i e la sostenibil­ità ambientale — per proseguire nel cammino verso un pieno rinascimen­to manifattur­iero, così caro agli emiliani (e ai marchigian­i, anch’essi presenti all’incontro).

L’ascesa e il declino di settori industrial­i e imprese è un tratto caratteris­tico del capitalism­o. L’Emilia-Romagna continua a rappresent­are un modello proprio perché sa guardare avanti e incessante­mente trasformar­si. Ciò era già vero negli anni in cui Berselli scriveva. È invece cambiata la necessità per imprendito­ri e manager di leggere, oggi, Schumpeter. Uno spazio sempre esisterà, in un territorio come il nostro, per la creatività e l’intuizione, ma crescente — se ci si vuole avvicinare alla frontiera del progresso tecnologic­o e presidiarl­a - è la necessità di investire in capitale umano di qualità nonché in ricerca e sviluppo codificata (e non più solo tacita). Questa dev’essere la giusta ambizione di Bologna e della Via Emilia.

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