Corriere di Bologna

Pure Imola scopre le primarie, per il dopo Manca è corsa a tre La gara aperta fa tremare il Pd

- di Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Inedito a Imola: per il candidato a sindaco si faranno le primarie. Tre candidati scalpitano e sono tutti del Pd. Nomi pesanti, quindi gara vera: l’assessore all’Urbanistic­a Davide Tronconi, l’ex capogruppo regionale Anna Pariani, l’ex segretario Fabrizio Castellari. Non si era mai visto. Qui più che altrove il partitone compatto decideva con anni di anticipo il profilo adatto a guidare il Comune. Magari mandando il prescelto a farsi le ossa nei paesi limitrofi. Ma per la succession­e di Daniele Manca, sindaco da dieci anni e ora pronto per Roma, il delfino da blindare non c’è stato. Per la prima volta il futuro non è scritto.

Poco abituato a tanto attivismo dei suoi dirigenti (i gazebo si sono visti solo per il parlamento), il partito locale non gradisce la situazione. Le primarie di coalizione sono state decise, difficilme­nte si tornerà indietro. La speranza è quindi arrivare a un solo candidato del Pd che se la dovrà vedere con gli alleati. La scelta azzererebb­e la competizio­ne ma eviterebbe guerre fratricide. Perché la paura che le primarie possano scassare il partito, un po’ com’è stato a Bologna con il congresso, è tanta. E il rischio di presentars­i indeboliti alle elezioni, con il M5S che vuole la rivincita del 2013, resta altissimo. «Continuo a lavorare affinché il Pd arrivi a una candidatur­a sola. Chi vuole molte candidatur­e del Pd lavora per perdere per elezioni», è perentorio il segretario cittadino Marco Raccagna. Nei prossimi giorni dovrà convincere due dei tre a farsi da parte. Ed essendo Tronconi il candidato della continuità, quei due sono Pariani e Castellari. Non sarà facile.

Pariani, dopo l’esperienza in Regione (imputata nel processo «spese pazze», è stata assolta in primo grado ma pende l’appello della Procura) ha da poco alzato la mano e non ha intenzione di ritirarsi. Tra i tre è la più critica con Manca e punta e essere il primo sindaco donna di Imola. «Usciamo bene dalla crisi, ma servono nuove idee sulla partecipaz­ione e sulla democrazia. Non si governa solo da Palazzo. Bisogna stare in mezzo ai cittadini. E investire su ambiente, economia circolare e cultura dove si è un po’ sofferto», il suo biglietto da visita. Al contrario di Pariani, Tronconi è il più filo Manca, avendo condiviso con lui in giunta questo secondo mandato. «Il sindaco ha avuto la capacità di guidare una comunità che ha conosciuto una profonda crisi. Chi verrà dopo dovrà ora guidare Imola in una nuova fase, cercando di redistribu­ire il reddito nei confronti di una classe media che in questi anni si è impoverita», dice. Pure Castellari è un nome noto a Imola. Vice sindaco per dieci anni, poi segretario della federazion­e. Tra i tre è l’unico a non arrivare dai Ds. «Sono cattolico, ho fatto parte dei comitati per l’Ulivo e poi della Margherita», racconta. Anche il suo giudizio su Manca «è positivo», ma allo stesso tempo invoca «un cambio di stile, più ascolto e umiltà». Martedì la direzione del partito discuterà del fine mandato di Manca, ma in realtà sarà il primo test per verificare la tenuta dei tre. Se nessuno dovesse gettare la spugna, a quel punto il segretario potrà solo stabilire la data delle primarie. E sperare che questa sfida aperta non faccia troppo male al Pd.

Il segretario Continuo a lavorare per una unica candidatur­a targata Pd, chi ne vuole molte lavora per perdere le elezioni

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