Adam Masina, il terzino con la valigia
L’esterno non sente più la fiducia di piazza e società. A gennaio potrebbe partire
Prove di separazione. Più a giugno che a gennaio, ma Adam Masina e il Bologna sono sempre più lontani, ed è difficile capire cosa dovrebbe accadere nei prossimi mesi affinché lo scenario di oggi possa cambiare. È chiaro che non è una partita giocata in più o in meno, a portare il ragazzo su determinate posizioni.
Il punto è che Masina non avverte attorno a sé dosi massicce di stima e fiducia come vorrebbe, finendo per sentirsi sempre messo in discussione da tutti. A cominciare dallo stesso governo rossoblù, poi da una parte della gente e anche della stampa. Ora, che per certi versi il giovane esterno cresciuto a Casteldebole sia nel mirino da mesi della critica è vero, ma va anche sottolineato come non sia il solo, e senza dimenticare un paio di particolari di sicuro importanti. Il primo: gli errori che via via commette sono figli soprattutto di poca applicazione e di una lettura a volte sbagliata della situazione di gioco. Fateci caso, ciò gli capita particolarmente quando gioca con tranquillità, quasi mai quando deve dimostrare quello che vale avendo alle spalle una partita di ombre e magari anche la panchina. Della serie: nei giorni in cui ha il pepe sulla coda, riesce a stare con più facilità con la testa dentro la partita.
Il secondo: Masina non può dimenticare che per tanti tifosi rossoblù è ancora il «cinno» di Bologna, nel senso che sbaglia se ritiene di sentirsi accerchiato e poco considerato. In poche parole: guai se andasse alla ricerca di alibi per motivare l’eventuale addio, perché nessuno lo ha fatto finire nell’occhio del ciclone per antipatia o per il fatto di essere il ragazzo della porta accanto, e perché tanti come lui hanno vissuto la stessa sua situazione, o addirittura peggiore, eppure hanno reagito e ora sono felici di restare a Bologna.
Vedi Ibrahima Mbaye ed Erick Pulgar, tanto per fare due nomi. Lo abbiamo detto, almeno a oggi l’idea di Masina è quella di andare via, il che rende molto complicata la questione dell’allungamento del suo contratto, che scade nel giugno del 2019. Da agosto a oggi, e cioè dai giorni in cui il ragazzo era nel mirino di Siviglia e Monaco, Riccardo Bigon ha parlato due o tre volte con Marco De Marchi, il procuratore dell’esterno, ma non sono stati fatti passi avanti, proprio alla luce di quello che abbiamo sottolineato prima.
Considerato che il Bologna non potrà permettersi di perderlo a parametro zero, tra gennaio e giugno dovrà essere trovata una soluzione costruttiva sia per Masina che per la società. Nel senso che nel caso in cui mancassero le condizioni per allungare il contratto, Bigon non dovrebbe chiedere la luna per lasciarlo partire e al tempo stesso De Marchi non dovrebbe mettere il responsabile dell’area tecnica rossoblù con le spalle al muro, sapendo che il Bologna è obbligato a mollarlo. Morale: Masina è inevitabilmente sul mercato più di Verdi, Donsah e Pulgar, questo è poco ma sicuro, tutto sta a vedere se l’offerta giusta per lui arriverà fin dalla riapertura delle liste a gennaio o se invece dovremo aspettare quello estivo. Che per il Bologna sarà l’ultima data utile per non perderlo a zero euro.
L’indecisione sul suo futuro ne ha complicato il rinnovo di contratto