Corriere di Bologna

Virtus ancora ko A Cantù va sotto e non si rialza più

A Cantù la Segafredo va subito sotto e non si rialza più, sono cinque le sconfitte nelle ultime sei partite Bianconeri schiacciat­i dal contropied­e e molli sotto canestro. Bene Baldi Rossi, Gentile prova nel finale ma non basta

- di Luca Aquino

Il sospetto che la vittoria abbastanza casuale contro Cremona non avesse curato tutti i mali della Virtus è confermato dalla partita di Desio contro Cantù. I bianconeri incassano una nuova sconfitta, la quinta nelle ultime sei partite, subendo 94 punti da una squadra che ha sostanzial­mente avuto sempre in mano il controllo della gara.

Ramagli aveva chiesto una partita intelligen­te, con grande cura dei possessi offensivi per evitare di far sprigionar­e il contropied­e, vero punto di forza degli avversari. Per almeno 20’, però, la Segafredo ha giocato al contrario, gestendo i palloni con superficia­lità, rientrando in difesa in maniera pigra e concedendo canestri facili a Cantù. Nel primo tempo, il dato dei punti in contropied­e diceva 11-0 per i padroni di casa, alla fine 17-5. La chiave della partita sta tutta qui.

Oltre a una Virtus piatta, sempre un giro indietro rispetto agli avversari e anche sprecona, con tanti canestri facili da sotto sbagliati oppure tiri aperti da tre spediti sul ferro. I velocisti canturini scappavano in ogni situazione, da palla recuperata, da rimbalzo conquistat­o, da canestro subito. L’equilibrio dei rientri della Segafredo è stato pessimo per lunghi tratti e alla fine questo è stato una condanna per una difesa che non ha mai fermato Culpepper (28 punti) e soci. Per la Virtus segnare un canestro è sempre stata un’impresa, troppo scolastica nelle esecuzioni oppure troppo prevedibil­e fermando la palla. Il 26/55 da due, come ha sottolinea­to Ramagli, significa che la squadra ha attaccato l’area perché la retroguard­ia canturina non è esattament­e impenetrab­ile, ma ha sbagliato conclusion­i talvolta inspiegabi­li.

A salvarsi sono in pochi. Baldi Rossi, che ha avuto un ottimo impatto al suo vero debutto con la nuova squadra, mentre nell’ultimo quarto, giocando da 4, ha rotto gli ormeggi Alessandro Gentile scatenando tutti i cavalli per tentare la rimonta con 11 punti che hanno prodotto il -5 (8580) a 3’10” dalla fine ma niente più. Lì Cantù ha trovato sempre buone soluzioni in attacco, infilando facilmente la solita difesa distratta della Virtus con Burns che a -2’25” ha timbrato in solitaria il canestro dell’89-80 che ha chiuso definitiva­mente i conti. Una sconfitta meritata, grave in ottica Final Four e che inevitabil­mente riporterà a galla tanti discorsi e tante riflession­i sulla posizione di Ramagli.

Le palle perse iniziali avevano messo subito in ritmo Culpepper, sul quale si sono alternati Lafayette, i due Gentile e Umeh senza trovare contromisu­re. Cantù ha allungato con un 12-1 negli ultimi due minuti del primo tempo (50-38) viaggiando sopra il 60% dal campo contro una difesa che arrivava sempre un secondo in ritardo. Nella giornata più nera di Slaughter (0/5), la Virtus è rimasta a galla con gli uomini della panchina, prima Baldi Rossi poi Umeh (64-58). Mai ha però dato la sensazione di avere la presa giusta sul match, agli altri riusciva tutto facile, anche quando sbagliavan­o, ai bianconeri l’esatto contrario. La fiammata di Ale Gentile nel quarto periodo regala l’illusione di una rimonta possibile, che però alla fine resta incompiuta.

 ??  ?? Illusione Nel finale Gentile ne mette dentro undici e fa sperare i bianconeri in una rimonta che però non arriva. Ma per la Virtus è il quinto ko nelle ultime sei partite
Illusione Nel finale Gentile ne mette dentro undici e fa sperare i bianconeri in una rimonta che però non arriva. Ma per la Virtus è il quinto ko nelle ultime sei partite
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