Fortitudo, che fatica Insegue e vince in volata
Dopo tre quarti in apnea, l’Aquila batte Forlì al fotofinish grazie a due bombe del capitano. Prima ok per Rosselli
Una fatica bestia per battere Forlì e il più stanco di tutti alla fine è proprio lui, Boniciolli. Il coach che si siede a terra, quasi accasciandosi, mentre i suoi a centro campo festeggiano lo scampato pericolo, è l’immagine di una serata di sofferenza che però finisce bene. Forse per la ragione più ovvia, e cioè che questa Fortitudo lunghissima ne ha di più da spendere, soprattutto se a confronto con una Forlì che fa tre quarti quasi perfetti ma crolla nell’ultimo (22-12) perché ruota solo otto giocatori e finisce inevitabilmente con la lingua di fuori. Serve anche a questo Guido Rosselli, ad allungare a dismisura le rotazioni, in una rosa già larghissima, che stavolta lascia in parterre Fultz (problemino fisico, ma quanto sarebbe servito...) e Bryan.
Non gioca bene ma gioca con voglia la Effe, ed è già qualcosa, almeno contro Forlì può bastare, poi la qualità potrà migliorare: il restyling con Rosselli richiede altro tempo, il che sposta di nuovo avanti i termini per dare un giudizio compiuto sullo stato dei lavori. Allo stesso tempo una squadra che ha investito tanto non può stare perennemente a cantiere aperto, servono vittorie, da afferrare come si può. Stavolta con due triple di Mancinelli, una dall’angolo destro sotto la Calori, sulla sirena dei 24”, a siglare il primo vantaggio interno dopo 38 minuti di inseguimento, l’altra poco dopo, dall’angolo opposto, a spaccarla del tutto. Con poco altro da ricordare: un enorme Gandini a rimbalzo, il mestiere di Cinciarini, sprazzi di Amici. E naturalmente il debutto di Rosselli, che entra a fine primo quarto e dopo pochi secondi ha già sfoderato tutto il suo campionario: difesa tignosa, rimbalzo, perfetto lancio di venti metri per un comodo layup dell’amico Mancio. Più che una giocata, un manifesto ideologico: il toscano non ha ancora segnato neanche un punto ed è già quasi un idolo, lo diventa del tutto due azioni dopo, quando si prende il primo tiro, dall’angolo sinistro sotto la Fossa, e lo mette. È il suo unico canestro in azione, però nella rimonta c’è pure lui, con quelli che la vincono.
Yuval Naimy non è un nome noto ma non è tipo da spaventarsi al PalaDozza, e per un tempo dà lezione di playmaking a tutti. L’israeliano all’intervallo ha 8 assist, zero perse e 6/8 al tiro, vengono i lucciconi a pensare a cosa si potrebbe fare in A2 con un play così. Che poi ovviamente non può giocar sempre così bene, e infatti si normalizza strada facendo (comunque 12 assist!) come l’Unieuro, che si arrampica a +12 nel terzo. Lì Boniciolli prende tecnico e scuote l’ambiente, la rimonta vera bisogna aspettarla ma verrà. Spezzato il momentaccio, il coach può prendersi un lunedì tranquillo: gli servirà visto che oggi (Palazzo d’Accursio, ore 18.00) presenta il suo libro, “Non è mai finita”. È davvero così.