Verdi di rabbia
Il Bologna si butta via a San Siro contro il Milan sotto la neve, non basta un capolavoro dell’ala dopo una grande giocata di Destro Bonaventura regala la vittoria ai padroni di casa ma i rossoblù possono recriminare per aver reagito solo dopo i gol incas
– Il Bologna si è buttato via, regalando la vittoria a un Milan che a quel punto sembrava avere addosso più una sconfitta che i tre punti. Niente da fare, è un Bologna che non vuole crescere, questa è la verità.
Timido, quasi impaurito, soprattutto troppo passivo, contro un Milan rincorso da streghe e fantasmi, il Bologna ha cominciato come mai avrebbe dovuto, e cioè stando rintanato dentro la sua metà campo e dando la possibilità alla squadra di Gattuso di attaccare e vedere da subito una luce in fondo al tunnel. E anche di far scaldare la propria gente, delusa e infreddolita per la temperatura rigida della serata. Morale: dopo soli dieci minuti il Milan ha trovato subito il gol con Bonaventura, e va sottolineato come ci abbia messo tanto del suo il Bologna. Che è rimasto a guardare su una giocata di facile lettura, con Nagy (preferito a Taider per la sua maggiore capacità di palleggio) che sullo stesso Bonaventura ha fatto una dormita che nel calcio paghi sempre. Da quel momento, una volta entrato nell’ordine di idee che quello schiaffo avrebbe potuto tranquillamente restituirlo, il Bologna ha cominciato a far girare il pallone, in attesa di trovare il pertugio giusto entro il quale infilarsi per far male al Milan. Che appena è stato attaccato ha evidenziato tutti i suoi guai.
Prima Destro ha cincischiato su un buon pallone regalatogli da Nagy, poi bello bello è arrivato il gol di Simone Verdi, gran tiro finito nel sette dopo che Destro aveva saltato Musacchio con tanta facilità. Cosa è successo dopo l’1-1? Il Bologna si è abbassato di nuovo, con la speranza di trovare la ripartenza giusta, ma la verità è che si è abbassato di venti metri di troppo, finendo per difendersi poco fuori dall’area di rigore di Mirante, che fin dai primi attimi ha evidenziato qualche affanno, anche nei rinvii con i piedi. Con due conseguenze. La prima: far vivere i giocatori del Milan così in alto è sempre pericoloso, perché i colpi Suso, Kalinic, Bonaventura e Borini ce li hanno eccome nonostante fin qua abbiano vissuto più di stenti e di ombre che di luci. La seconda: quando riparti da tanto lontano difficilmente arrivi a destinazione, non avendo tra l’altro giocatori di gamba che sanno fare tanto campo, e così è accaduto, perché se da una parte il Bologna qualche contrattacco lo ha confezionato, dall’altra ha fatto fatica ad arrivare nelle vicinanze di Donnarumma. Che solo su una giocata di Palacio per Nagy ha corso un mezzo pericolo. La prima parte si è chiusa sull’1-1, risultato giusto.
Nella seconda parte il Bologna ha cominciato a difendere più alto, lasciandosi più campo alle spalle, è chiaro, ma creando anche più difficoltà al Milan, poco in sintonia nella fase di difesa. Per sua fortuna, come gli capita spesso, gli uomini di Do-
nadoni (osannato dal popolo rossonero) hanno sbagliato l’ultima scelta, e questo è un tasto sul quale Donadoni deve battere per consentire al Bologna di fare il salto di qualità. Gattuso ha forzato le giocate togliendo Abate per impiegare Cutrone, con Borini che è andato a fare il terzino, e potete immaginare quale possa essere diventato il copione della partita: il Milan tutto all’attacco e il Bologna con tanto campo davanti ma infinitamente sprecone. L’impressione al minuto 26 è che al Bologna serva un’impresa per perdere, tanto il Milan è in difficoltà, anche fisica. E il Bologna ce l’ha fatta a fabbricarla: con Okwonkwo al posto di Palacio (crampi), la squadra di Donadoni ha trovato il modo di ridare il sorriso a Gattuso, consentendo a Bonaventura di battere ancora Mirante.