Corriere di Bologna

Donadoni deluso «Troppo timidi, blocco mentale»

L’analisi amara: «Per lunghi tratti superiori ma andiamo a casa ancora a mani vuote»

- Di Alessandro Mossini

– Un Rimpianto con la r maiuscola. Il Bologna esce dalla ghiacciaia di San Siro con zero punti, lascia al Milan il settimo posto e quella vittoria in casa che mancava ai rossoneri dal 20 settembre e soprattutt­o maledice una ripresa in cui ha mancato il colpo del ko subendolo poi al minuto 76, quando i rossoneri sembravano ormai incapaci di fare male.

Una situazione sottolinea­ta proprio dallo stesso Donadoni in apertura di analisi: «Abbiamo preso il secondo gol nel momento in cui il Milan era intimorito da noi, incassato una rete in modo molto ingenuo. Lì ci vuole un pizzico di malizia in più, che il mio giocatore nella circostanz­a non ha espresso». Il colpevole è Torosidis e fa quasi male sottolinea­rlo perché fin lì il greco era stato decisivo in più di un’occasione. Biro rossa per l’errore sul 2-1 subito, ma c’è rabbia anche per non aver affondato il colpo quando si poteva: «Sull’1-1 abbiamo avuto alcune chance di fare gol — sottolinea Donadoni — ma è sempre mancato quel qualcosa che fa la differenza: un controllo fatto male, un passaggio che non arriva al momento giusto. Fa rabbia, decisament­e». Anche perché il Milan è stato tutt’altro che irresistib­ile e lo ha confermato con onestà lo stesso Gattuso («Il Bologna ci ha messo in difficoltà, la strada è ancora lunga») nel dopopartit­a.

Il Bologna, per la prima volta con la terza divisa blu royal, ha dato l’impression­e di poter far male ma senza continuità: «Nel primo tempo abbiamo sofferto la loro carica iniziale, ma poi abbiamo giocato a calcio per dieci minuti e abbiamo creato pericoli — ricorda il tecnico rossoblù — ci voleva maggiore continuità, senza pensare al momento degli avversari o ad altro. Solo così possiamo fare il salto di qualità». Quello che il Bologna ha mancato ancora una volta sul più bello, restando così nel magma di centroclas­sifica. L’analisi tocca anche la prova di Destro: «Sta lavorando meglio del passato e le sue prestazion­i sono figlie di questo, ma ci sono ancora situazioni nel corso della partita in cui è troppo timido».

Colpa comune, se è vero che l’impression­e rimasta al tecnico è quella di una squadra poco convinta quando serviva: «Ancora una volta a una prestazion­e positiva, dove in diversi momenti siamo stati superiori al Milan, corrispond­e un risultato non adeguato. Siamo troppo timidi e preoccupat­i della maglia dell’avversario: dobbiamo lavorare su piano mentale».

L’unico spunto positivo della serata di Donadoni sono gli applausi e i cori che gli ha tributato la sponda rossonera di San Siro: «Dover calcare questo campo solo dalla linea laterale in fuori mi fa rodere, perché vorrei essere ancora in campo. Ma non posso permetterl­o più e sono felice delle testimonia­nze di affetto». Sentite, essendo arrivate sull’1-1 e non a partita vinta. Un sorriso che ha preceduto la smorfia per un’enorme occasione lasciata sul piatto.

Siamo troppo preoccupat­i della maglia dell’avversa -rio che incontriam­o e questo vuole dire solo che c’è ancora tanto da lavorare sul piano mentale, Destro sta lavorando bene ma deve migliorare in tante situazioni

 ??  ?? Deluso Da grande ex, sperava di lasciare il segno in un San Siro sotto la neve. E dimostrare a Gattuso il valore della “vecchia scuola” rossonera. Ma Donadoni ha dovuto, ancora una volta, fare i conti con la sua difesa
Deluso Da grande ex, sperava di lasciare il segno in un San Siro sotto la neve. E dimostrare a Gattuso il valore della “vecchia scuola” rossonera. Ma Donadoni ha dovuto, ancora una volta, fare i conti con la sua difesa

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