Donadoni deluso «Troppo timidi, blocco mentale»
L’analisi amara: «Per lunghi tratti superiori ma andiamo a casa ancora a mani vuote»
– Un Rimpianto con la r maiuscola. Il Bologna esce dalla ghiacciaia di San Siro con zero punti, lascia al Milan il settimo posto e quella vittoria in casa che mancava ai rossoneri dal 20 settembre e soprattutto maledice una ripresa in cui ha mancato il colpo del ko subendolo poi al minuto 76, quando i rossoneri sembravano ormai incapaci di fare male.
Una situazione sottolineata proprio dallo stesso Donadoni in apertura di analisi: «Abbiamo preso il secondo gol nel momento in cui il Milan era intimorito da noi, incassato una rete in modo molto ingenuo. Lì ci vuole un pizzico di malizia in più, che il mio giocatore nella circostanza non ha espresso». Il colpevole è Torosidis e fa quasi male sottolinearlo perché fin lì il greco era stato decisivo in più di un’occasione. Biro rossa per l’errore sul 2-1 subito, ma c’è rabbia anche per non aver affondato il colpo quando si poteva: «Sull’1-1 abbiamo avuto alcune chance di fare gol — sottolinea Donadoni — ma è sempre mancato quel qualcosa che fa la differenza: un controllo fatto male, un passaggio che non arriva al momento giusto. Fa rabbia, decisamente». Anche perché il Milan è stato tutt’altro che irresistibile e lo ha confermato con onestà lo stesso Gattuso («Il Bologna ci ha messo in difficoltà, la strada è ancora lunga») nel dopopartita.
Il Bologna, per la prima volta con la terza divisa blu royal, ha dato l’impressione di poter far male ma senza continuità: «Nel primo tempo abbiamo sofferto la loro carica iniziale, ma poi abbiamo giocato a calcio per dieci minuti e abbiamo creato pericoli — ricorda il tecnico rossoblù — ci voleva maggiore continuità, senza pensare al momento degli avversari o ad altro. Solo così possiamo fare il salto di qualità». Quello che il Bologna ha mancato ancora una volta sul più bello, restando così nel magma di centroclassifica. L’analisi tocca anche la prova di Destro: «Sta lavorando meglio del passato e le sue prestazioni sono figlie di questo, ma ci sono ancora situazioni nel corso della partita in cui è troppo timido».
Colpa comune, se è vero che l’impressione rimasta al tecnico è quella di una squadra poco convinta quando serviva: «Ancora una volta a una prestazione positiva, dove in diversi momenti siamo stati superiori al Milan, corrisponde un risultato non adeguato. Siamo troppo timidi e preoccupati della maglia dell’avversario: dobbiamo lavorare su piano mentale».
L’unico spunto positivo della serata di Donadoni sono gli applausi e i cori che gli ha tributato la sponda rossonera di San Siro: «Dover calcare questo campo solo dalla linea laterale in fuori mi fa rodere, perché vorrei essere ancora in campo. Ma non posso permetterlo più e sono felice delle testimonianze di affetto». Sentite, essendo arrivate sull’1-1 e non a partita vinta. Un sorriso che ha preceduto la smorfia per un’enorme occasione lasciata sul piatto.
Siamo troppo preoccupati della maglia dell’avversa -rio che incontriamo e questo vuole dire solo che c’è ancora tanto da lavorare sul piano mentale, Destro sta lavorando bene ma deve migliorare in tante situazioni