Corriere di Bologna

Verdi, nuova magia da ex La notte sognata è arrivata ma non ha il sapore sperato

L’attaccante va a segno nello stadio che lo ha visto crescere, però a fine partita prevale il rammarico. La rabbia per i gol presi

- di Fernando Pellerano

– La notte immaginata, sognata e desiderata è arrivata. La rete di San Siro s’è gonfiata e a calciare il pallone come pochi sanno fare è stato lui, il piccolo Simone. Un tempo piccolo, perché ora è cresciuto, diventando quello che in tanti speravano che diventasse: un giocatore vero, un artista del pallone, uno in grado di divertire il pubblico e fare la differenza. Insomma, «mi sono liberato del Milan da poco, dopo la stagione vissuta a Bologna», ha detto il numero 9 poche settimane fa alla Domenica Sportiva, salotto televisivo per eccellenza (almeno prima dell’avvento di Sky). Un salto di maturità che rende felice il club e i bolognesi: ieri circa trecento sul terzo anello a godersi, nel gelido e deserto Meazza, la quinta perla stagionale di Simone Verdi: bella azione in profondità di Destro che punta e salta con facilità Musacchio, altri due passi in area e lo scarico affatto al buio all’accorrente Verdi che ha un controllo di sinistro un po’ sporco, la palla sbatte contro il ginocchio, ma prima che ricada a terra è sempre il suo sinistro ad addomestic­arla con un collo pieno dritto per dritto che finisce nel sette alla destra di Donnarumma. È così che il Bologna impatta il vantaggio di Bonaventur­a (peccato mortale il raddoppio a Milan morto). È’ il 23’ e Simone corre, sempre più libero dal passato rossonero, verso la sua nuova casa rossoblù, che l’ha accolto e fatto crescere dopo averlo acquistato definitiva­mente dal Milan, bravo Bigon, per un milione e mezzo, che però si è riservato un 15% sull’eventuale cessione dell’ex giovane talento. Simone non è più una promessa. L’ha capito San Siro, l’hanno capito tutti. Anche gli operatori di mercato.

La rete di ieri notte nello stadio che l’ha visto crescere, il sigillo da ex, temuto dagli avversari e sognato dal giocatore, più per dimostrare che per rivalsa, è l’ennesima svolta della stagione per il numero 9, dopo quell’incredibil­e uno-due su punizione, destro-sinistro. Rete speciale con un sapore dolce, ma, come contro il Crotone, anche agro, visto il risultato finale. Lui segna, ma la squadra perde. Incredibil­e. Non a caso a a fine partita mette da parte la gioia per il gran gol sottolinea­ndo gli errori in difesa. La foto ricordo però è di un ragazzo liberato che, dopo il gol, sprigiona una gioia affatto celata, esultando meritatame­nte davanti alla panchina di Donadoni.

Oltre qualsiasi luce, nel gelido San Siro ribollono mille storie incrociate, da Osso a Ringhio, da Verdi a Borini, cresciuti su sponde opposte, e poi la crisi rossonera, le ambizioni del Bologna (parte sinistra della classifica, non di più): a uscire da vincente (risultato a parte) alla fine è Verdi, il campioncin­o atteso per anni, mandato in giro per mezza Italia e un pezzetto d’Europa, in Spagna. Invece bastava mandarlo a Bologna. Ieri, a Milanello, tutti a fargli i compliment­i, da Galli che l’ha allenato nella primavera, «non capivamo se era meglio di destro o di sinistro», a Leonardo, che lo fece esordire in prima squadra. Donadoni lo sprona e lo coccola, gli viene chiesta continuità e ora lui la sta dando. Contratto allungato di un anno da poco, ingaggio ritoccato, un ruolo sempre più da protagonis­ta nella squadra di oggi e di domani e, ciliegina sulla torta, un futuro anche d’amore sotto le Due Torri. All’orizzonte, se la notte di San Siro non è un abbaglio, uno scherzo, uno sbaglio, c’è solo un colore, l’azzurro. Il tempo è dalla sua parte.

 ??  ?? Perla Ennesima rete speciale di Verdi, ma anche questa volta non è stata sufficient­e a far vincere il Bologna. Proprio come con il Crotone
Perla Ennesima rete speciale di Verdi, ma anche questa volta non è stata sufficient­e a far vincere il Bologna. Proprio come con il Crotone

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