Virtus-Ramagli Il giorno della verità
Nonostante i sondaggi con altri allenatori, Zanetti sembra intenzionato a confermare il coach È in programma un incontro che ridefinirà anche gli assetti dell’area tecnica bianconera
La giuria non ha ancora raggiunto un verdetto su Alessandro Ramagli. Il coach della Virtus resta sotto esame dopo la quinta sconfitta nelle ultime sei partite e oggi sarà la giornata chiave per conoscere il suo futuro.
Non va esclusa nessuna ipotesi, nemmeno quella di una conferma che darebbe seguito alla fiducia rinnovata dopo il ko a Brindisi di tre settimane fa. Ieri, comunque, ci si è mossi per qualche sondaggio su alternative al tecnico livornese. Charlie Recalcati e Piero Bucchi (che ha anche l’offerta di Brindisi per prendere il posto di Sandro Dell’Agnello, esonerato ieri) sono stati i due profili contattati dal club. Da alcune delle varie anime del club, sarebbe meglio dire.
E qui potrebbero inserirsi temi importanti che verranno toccati dai soci forti della proprietà bianconera. Segafredo e Coop discuteranno della situazione attuale, con tanta carne al fuoco e possibili scossoni sul piano gestionale, non solo, eventualmente, su quello tecnico.
Non sono da escludere cambiamenti interni, una presenza più costante della proprietà e un rimodellamento delle responsabilità nell’area tecnica. Sarebbe anche un modo per mettere d’accordo tutti, con la presenza di una figura al comando a silenziare le varie anime di cui sopra che hanno spesso prodotto, ultimamente, idee divergenti facendo accumulare sul mercato ritardi apparentemente inspiegabili ad esempio nella ricerca del quattro.
La questione Ramagli è comunque quella di più stretta attualità, qualunque sia il finale della telenovela. Il coach livornese ha traballato negli scorsi playoff di A2, ha traballato in estate, ha traballato nel mezzo di questo periodo nero e tuttora non sembra molto saldo. Non si vede però all’orizzonte, sul mercato italiano e fra i nomi sondati (Moretti, Vitucci e Pancotto, per farne altri tre sul mercato, non convincono), l’uomo in grado di cambiare drasticamente i destini di questa squadra. Se si dovesse arrivare a un avvicendamento in panchina, la volontà del club sarebbe quella di non impegnarsi oltre giugno di quest’anno. Anche per evitare di trovarsi in una situazione simile, con un tecnico confermato senza una reale convinzione e di conseguenza messo poi in discussione a ogni rovescio.
Quindi la scossa, se non ci sarà un cambio di manico, dovrà arrivare dall’interno. La squadra è in un periodo di evidentissima involuzione. Aveva iniziato la stagione vincendo tre delle prime quattro partite, poi sono arrivate la sconfitte con Venezia, Milano e Brescia, tutte molto simili. Le solite rimonte subite nell’ultimo quarto a cancellare molti minuti di ottima pallacanestro. Si pensava che, continuando su quei binari e aumentando i minuti di qualità del gioco, le cose potessero aggiustarsi. Invece nelle successive tre partite la squadra è crollata proprio da questo punto di vista.
Contro Brindisi, Cremona e Cantù si sono visti rarissimi minuti di bel gioco, sempre meno rispetto all’incoraggiante avvio di campionato. Il momento nero si è quindi allungato, ora la striscia parla di cinque sconfitte nelle ultime sei e quell’unica vittoria, domenica scorsa contro Cremona, è arrivata per grazia ricevuta con il clamoroso errore a porta vuota di Milbourne allo scadere che ha negato il blitz alla squadra di Sacchetti. Superficiale, piatta e senza reazione come a Cantù la squadra non si è mai vista.
Bisognerà cambiare registro, come ha detto capitan Ndoja, altrimenti il primo obiettivo stagionale del club, la Final Eight di Coppa Italia, è destinato a fallire.