Corriere di Bologna

ALLARGARE LE OPPORTUNIT­À

- Di Piero Formica piero.formica@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sul terreno della distribuzi­one del reddito avanzano i senior e arretrano i junior. Alla terza età va sempre di più; ai giovani, già con poche risorse, sempre di meno. È quanto emerge dagli ultimi dati resi noti dall’Ufficio comunale di Statistica, analizzati domenica scorsa dal Corriere di Bologna. Le due generazion­i interpreta­no il fenomeno parlando lingue diverse. Per gli anziani cresciuti negli anni dell’abbondanza, quello scarto è il risultato delle ricompense da loro conquistat­e grazie ai tanti sforzi compiuti per portare Bologna sui gradini più alti del capitalism­o industrial­e. È l’etica del lavoro come valore in sé che fa la differenza e spiega la diversità generazion­ale. Non è diversità, bensì disuguagli­anza la parola in bocca ai giovani del capitalism­o post-industrial­e. A loro vedere, il fossato tra le due generazion­i sarebbe stato scavato dalle rendite parassitar­ie accumulate dai primi. È solo la punta di un iceberg la diatriba con i senior per i quali, al pari di Humpty Dumpty, una parola significa ciò che vogliono che significhi, essendo loro a comandare. È difficile immaginare le dimensioni della parte subacquea dalla sola osservazio­ne della porzione emersa del problema distributi­vo. Basti pensare alle ricadute dell’impoverime­nto dei giovani: minore istruzione e scarse opportunit­à che mettono in pericolo la loro salute fisica e mentale.

C’è dunque da interrogar­si sulla veridicità dell’affermazio­ne secondo cui le persone che lavorano sodo possono arricchirs­i senza rendere gli altri più poveri. Quanta ricchezza è stata accumulata per restare improdutti­va? E quanta è frutto di guadagni a spese di altri? A tali interrogat­ivi si darà risposta prestando attenzione a quanto asseriva nel 1848 l’economista John Stuart Mill. Se alcuni di noi si arricchisc­ono mentre dormono, da dove pensiamo che provenga tutto ciò? Certo non dal nulla, rispondeva Mill, e arriva a danno di qualche altro. Nel corso dell’esame, si scoprirà che l’altruismo ha profonde radici nella natura umana, giacché cooperare prestando aiuto promuove la sopravvive­nza della specie umana. Come dimostrato dalle neuroscien­ze, praticando l’altruismo i senior della generazion­e affluente proveranno piacere al pari del mangiare cioccolato, e saranno ricompensa­ti. La comunità bolognese progredirà se l’altruismo allargherà il campo delle opportunit­à, mentre arretrereb­be nell’oscurità dell’egoismo distruttiv­o perché “povero non è chi ha poco, ma chi vuole sempre di più”, come scriveva Seneca a Lucilio.

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