ALLARGARE LE OPPORTUNITÀ
Sul terreno della distribuzione del reddito avanzano i senior e arretrano i junior. Alla terza età va sempre di più; ai giovani, già con poche risorse, sempre di meno. È quanto emerge dagli ultimi dati resi noti dall’Ufficio comunale di Statistica, analizzati domenica scorsa dal Corriere di Bologna. Le due generazioni interpretano il fenomeno parlando lingue diverse. Per gli anziani cresciuti negli anni dell’abbondanza, quello scarto è il risultato delle ricompense da loro conquistate grazie ai tanti sforzi compiuti per portare Bologna sui gradini più alti del capitalismo industriale. È l’etica del lavoro come valore in sé che fa la differenza e spiega la diversità generazionale. Non è diversità, bensì disuguaglianza la parola in bocca ai giovani del capitalismo post-industriale. A loro vedere, il fossato tra le due generazioni sarebbe stato scavato dalle rendite parassitarie accumulate dai primi. È solo la punta di un iceberg la diatriba con i senior per i quali, al pari di Humpty Dumpty, una parola significa ciò che vogliono che significhi, essendo loro a comandare. È difficile immaginare le dimensioni della parte subacquea dalla sola osservazione della porzione emersa del problema distributivo. Basti pensare alle ricadute dell’impoverimento dei giovani: minore istruzione e scarse opportunità che mettono in pericolo la loro salute fisica e mentale.
C’è dunque da interrogarsi sulla veridicità dell’affermazione secondo cui le persone che lavorano sodo possono arricchirsi senza rendere gli altri più poveri. Quanta ricchezza è stata accumulata per restare improduttiva? E quanta è frutto di guadagni a spese di altri? A tali interrogativi si darà risposta prestando attenzione a quanto asseriva nel 1848 l’economista John Stuart Mill. Se alcuni di noi si arricchiscono mentre dormono, da dove pensiamo che provenga tutto ciò? Certo non dal nulla, rispondeva Mill, e arriva a danno di qualche altro. Nel corso dell’esame, si scoprirà che l’altruismo ha profonde radici nella natura umana, giacché cooperare prestando aiuto promuove la sopravvivenza della specie umana. Come dimostrato dalle neuroscienze, praticando l’altruismo i senior della generazione affluente proveranno piacere al pari del mangiare cioccolato, e saranno ricompensati. La comunità bolognese progredirà se l’altruismo allargherà il campo delle opportunità, mentre arretrerebbe nell’oscurità dell’egoismo distruttivo perché “povero non è chi ha poco, ma chi vuole sempre di più”, come scriveva Seneca a Lucilio.